La valigia a stelle e strisce
La valigia Angela Rapino l’ha fatta 9 anni fa, insieme al suo fidanzato di allora – anche lui abruzzese – prima di partire alla volta della Grande Mela, dove vive ancora oggi. Accanto a lei, ora, ci sono suo marito e suo figlio, un bimbo di 5 anni che le ha cambiato la vita e la carriera. La valigia a stelle e strisce c’è ancora, su tutti i canali social che dal 2016 sono divenuti il suo nuovo lavoro, uno spazio digitale che è prima di tutto “un contenitore di emozioni”, in cui Angela si racconta e fornisce consigli per gli aspiranti expat che, proprio come ha fatto lei, hanno intenzione di trasferirsi negli States. Ma oggi c’è anche il progetto inverso, che racconta l’Italia agli americani, o meglio: l’Abruzzo. La terra dalla quale è partita e con cui, proprio durante questi anni oltreoceano, ha stretto un legame sempre più forte.
Raccontare l’America agli italiani…
Ma partiamo dal principio, da quella valigia stelle e strisce. È il 2012 quando Angela decide di avventurarsi a New York, senza appoggi né conoscenze: “Siamo partiti senza neanche un lavoro. Dopo un po’ ho iniziato a insegnare italiano ai bambini italoamericani, ma poi è nato mio figlio e mi sono voluta dedicare interamente a lui”. Il piccolo Giorgio arriva nel 2016 e segna quella che sembrerebbe la fine di una carriera, ma che si è rivelata in realtà solo il principio. Angela ama raccontare e raccontarsi e sulla sua pagina facebook personale condivide spesso dritte e indicazioni sulla vita negli Stati Uniti, “il lato più bello sì, ma anche quello più complicato, le procedure burocratiche, i permessi, i documenti necessari…”. La pagina pubblica de La valigia a stelle e strisce nasce così, “tra una poppata e l’altra”, ma fin da subito ha un grande seguito.
… e l’Abruzzo agli americani
Tantissimi video, post sul blog, “attualmente in pausa ma ho intenzione di ripristinarlo presto”, consigli di viaggio e itinerari, e poi racconti personali. Mentre racconta l’America agli italiani, però, Angela continua a sviluppare sempre più un senso di appartenenza al suo Abruzzo, “d’altronde è così che succede: vai via di casa e inizi a sentire nostalgia di tutti quei particolari fino ad allora dati per scontati”. Una regione ancora poco conosciuta negli Stati Uniti, “inizialmente lavoravo in un supermercato e indossavo sempre la presentosa, il tradizionale gioiello abruzzese. Molte signore, incuriosite, mi chiedevano dove l’avessi presa e nessuna di loro aveva mai sentito parlare dell’Abruzzo”. Parte così il progetto Destination Abruzzo, piattaforma online di comunicazione e promozione del territorio, ma anche vendita di prodotti gastronomici tipici e organizzazione di viaggi, un sito creato insieme al marito Pietro Di Tillio, laureato in geologia, originario di Pescara ma con la passione per le montagne, “il nostro simbolo è una presentosa con due cuori collegati da un arco, che rappresentano mare e montagna”. Angela è di Francavilla al Mare, preferisce la spiaggia, ma della sua terra ama ogni angolo.
I viaggi in Abruzzo
Certo, il tempismo non è stato dei migliori: “Abbiamo avviato Destination Abruzzo a inizio 2020, l’idea dei viaggi si è interrotta da subito”, ma la coppia è andata avanti con l’attività di vendita, “principalmente cibo, ma anche gioielli”, e le esperienze online, a cominciare dalle lezioni di cucina, “pasta alla chitarra, ravioli, tutte le specialità abruzzesi”. L’obiettivo dei viaggi, comunque, resta: “Vogliamo organizzare gruppi piccoli, di 10/12 persone al massimo. Ci piace condividere una filosofia di turismo lento e stiamo prendendo accordi con cantine, aziende agricole, musei e botteghe locali per delle visite guidate”. Percorsi quindi dedicati alla scoperta dell’Abruzzo più autentico, con i suoi prodotti semplici e le tradizioni artigianali più antiche.
Il cibo abruzzese
Fra i protagonisti di Destination Abruzzo un ruolo fondamentale lo ricopre sicuramente il cibo. Il preferito di Angela? “Gli arrosticini! Ma anche le pallotte cacio e ova e la pasta alla pecorara”. Sapori antichi che l’abruzzese ritrova a ogni viaggio nella sua terra, e che porta nel cuore al rientro a New York, insieme alla nostalgia di casa. “Solo chi ha vissuto all’estero sa cosa vuol dire. Tutti mi chiedono se tornerò mai in Abruzzo, ed è la domanda che mi pongo più spesso anche io. Per il momento non saprei dirlo, ma nel nome del progetto abbiamo voluto vedere un po’ una speranza”. Si dice che ci sia un tempo per partire e uno per tornare, ma si sa, alcuni viaggi durano più a lungo di altri. Alle volte, però, la “destinazione” è proprio casa.
a cura di Michela Becchi