Da Madre Ignota, il forno di comunità a Bologna
Il progetto oggi è quello sociale di un forno pensato per la collettività, dove chiunque può infornare il proprio prodotto, da condividere poi con gli altri. Irene Conti ha appena iniziato e l’attività deve ancora prendere forma, ma i presupposti ci sono tutti, così come il pane fresco che ogni giorno prepara con amore e passione. E pensare che tutto ha avuto inizio dagli studi di pianificazione del paesaggio a Firenze… “sembrerà strano, ma è lì che ho iniziato ad avere un approccio olistico alla vita. Mi hanno insegnato a capire prima di tutto l’identità territoriale di un luogo, mi sono interessata così al rapporto tra città e campagna e, col tempo, anche alla permacultura”. La giovane Irene, da sempre attenta all’ambiente, comincia così a cambiare modo di concepire il cibo e l’atto di alimentarsi, “che per me è prima di tutto politico”.
L’idea di Da Madre Ignota
Del resto, ogni nostra azione, acquisto o spreco ha una conseguenza sull’economia e l’ambiente che ci circonda. Irene lo sa bene e ha deciso di modificare il proprio stile di vita, abbracciando sempre di più la filosofia dell’autoproduzione, che l’ha portata a scoprire un mondo tanto affascinante quanto complesso: quello della panificazione. Dopo la laurea decide di intraprendere una serie di viaggi per capire la strada giusta da percorrere, fermandosi in diversi ecovillaggi, piccole realtà comunitarie dove le persone decidono di vivere insieme all’insegna della sostenibilità ambientale, l’aiuto reciproco e la convivialità. Quale posto migliore per mettere in pratica la sua voglia di impastare per gli altri? “Da quando ho cominciato a fare il pane, ho iniziato a nutrire il desiderio di farlo assaggiare alle altre persone. Sono stata in ecovillaggi in Croazia, Portogallo, India, poi anche in Italia, dove ho fatto esperienza con i contadini che preparavano le pagnotte in piena campagna, e volontariato in un forno dai grandi numeri”.
L’esperienza negli ecovillaggi e il ritorno a Bologna
A dare una svolta alla sua vita, l’esperienza a Ciricea, ecovillaggio in provincia di Pistoia, dove insieme a una sua cara amica inizia a preparare il pane per la comunità in un piccolo forno a legna. “Lo portavo poi anche a Bologna e piaceva moltissimo. Al punto che dopo un po’ non riuscivo più a soddisfare tutte le richieste”. Come spesso accade, il destino ha giocato un ruolo fondamentale: la pandemia, con il lockdown e le seguenti restrizioni, ha costretto Irene a fermarsi nel capoluogo emiliano, dove ha gettato le basi per la sua attività. “Non potendo più andare a Ciricea, ho deciso di lanciarmi e ho aperto il mio forno”. Da Madre Ignota, un panificio di comunità chiamato così in omaggio alla protagonista del laboratorio, la pasta madre, da cui nascono tutti i prodotti realizzati da Irene e cotti in forno a legna.
I prodotti e il progetto
Pani di grani antichi di piccole produzioni locali, di farro, pangocciole al cioccolato e grissini, tutto su ordinazione, aspettando di poter dare il via al progetto sociale, “l’idea è quella di offrire alle persone un forno collettivo dove poter infornare e trovare pane buono ogni giorno. Ho aperto a metà giugno scorso e per il momento è tutto ancora in fase di avviamento, ma spero di poter presto ampliare il progetto”. Nel frattempo, Irene è riuscita a entrare in qualche locale della zona, e fornisce anche Camilla, emporio di comunità, cooperativa autogestita nel quartiere San Donato. “Per il momento mi ritengo soddisfatta, c’è un bel movimento e preparo sempre qualcosa in più perché i passanti spesso si fermano davanti al forno incuriositi dai prodotti. Speriamo di ingranare da settembre”.
Da Madre Ignota – Forno di Comunità – Bologna – via Giuseppe Cesare Abba, 12 - facebook.com/damadreignota
a cura di Michela Becchi