Parlando con un napoletano doc, potrร capitare di sentir nominare i ยซbiscotti sapienzaยป: si tratta dei susamielli, chiamati cosรฌ in Campania perchรฉ un tempo erano le suore clarisse del Convento di Santa Maria della Sapienza a essere specializzate nella preparazione di questi dolci. Insieme ai mostaccioli, i raffiuoli e i roccocรฒ, questi biscotti a forma di S vanno a comporre lโimmancabile vassoio di dolcetti del Natale napoletano.
Susamielli, i dolci da preparare l'8 dicembre
Proprio come gli altri classici del repertorio partenopeo, anche i susamielli venivano tradizionalmente preparati il giorno dellโImmacolata Concezione per essere poi confezionati e donati durante le feste. Sono, infatti, in grado di conservarsi a lungo, caratteristica che li rende perfetti per un periodo cosรฌ ampio come quello che va dallโ8 dicembre al 6 gennaio, durante il quale vengono abitualmente consumati dopo ogni festa. In passato, una volta preparati in casa venivano portati nei santuari come dolce omaggio per chiedere in cambio la protezione per la propria famiglia.
Il nome deriva dai due ingredienti principale, il sesamo e il miele, e la loro origine รจ avvolta nel mistero. Pur essendo nati nel convento, รจ difficile rintracciare una ricetta scritta ufficiale: in qualsiasi caso, gli ingredienti alla base sono farina, zucchero, mandorle, miele, sesamo e pisto, la miscela di spezie tipica dei dolci natalizi napoletani, a base di cannella, chiodi di garofano, noce moscata, semi di coriandolo e anice stellato.
I susamielli dello zampognaro, del buon cammino e nobili
A differenza dei suoi cugini, i susamielli si distinguono perchรฉ storicamente proposti in tre varianti principali, a seconda del destinatario. Ci sono i susamielli dello zampognaro, fatti con farina grezza e impasti residui di altre preparazioni (chiamati cosรฌ perchรฉ pensati per gli zampognari), i susamielli del buon cammino,ย con un ripieno di marmellata di amarene, preparati per preti, frati e pellegrini, e infine iย susamielli nobili, riservati alle famiglie piรน in vista. Questโultima versione, ufficializzata nel 1788 dal cuoco e letterato Vincenzo Corrado, prevede farina, miele, mandorle, zucchero, frutta candita, ammoniaca e pisto.