Per chi ha varcato almeno una volta la soglia di Campana Caffè, questa è la fine di un'epoca. O perlomeno, di un lungo e bellissimo capitolo profumato di caffè buono. Sorseggiando un espresso fuori riuscivi a vedere anche il Santuario di Pompei, i dolci dei pasticceri campani racchiudevano i sapori del Sud, ma in tazza si trovavano angoli di mondi lontani. Dopo aver rivoluzionato l’omonima torrefazione di famiglia, Paola Campana aveva creato una caffetteria unica nel suo genere in zona, diventando una delle prime a scommettere sui caffè specialty: oggi il suo bar di chiude i battenti, ma i progetti non finiscono qui.
Campana Caffè, il bar specialty di Pompei
Di quelle estrazioni in filtro, le singole origini spiegate nei minimi dettagli, i pomeriggi trascorsi a chiacchierare di caffè e abitudini, paesi d’origine e falsi miti, la bella Pompei ne sentirà senza dubbio la mancanza. Resta, però, la passione di una barista tenace, capace di coinvolgere ogni cliente con le sue conoscenze, e soprattutto l’ambizione di una donna che ha fatto cambiare a poco a poco il modo di approcciarsi al caffè in un territorio così ancorato alle tradizioni, dimostrando che un prodotto di qualità, in fondo, saprà convincere tutti.
«Non mi fermo certo qui» dice Paola «voglio concentrarmi sulla torrefazione e la distribuzione, oltre che sui corsi di formazione». L’attività andava bene «ma sono sola, non riesco a gestire tutto». Precisa, perfezionista, Paola non si accontenta, quando prende in mano un progetto lo cura fino in fondo e, nonostante la nostalgia, era giunto il momento di voltare pagina: «Magari un giorno aprirò un nuovo locale, se troverò un socio… non rinuncio all’idea, ma devo dedicarmi a un’attività per volta».
La storica torrefazione di Torre Annunziata
La torrefazione è quella di famiglia, attiva dal 1940. A fondare Campana Caffè a Torre Annunziata, in provincia di Napoli, era stato nonno Sabino: una pasticceria, dove fin da subito aveva voluto affiancare i dolci con i caffè tostai in casa. Era una bottega d’altri tempi, che fungeva anche da drogheria, un riferimento per la gente del posto che ha sempre mantenuto la sua identità. Anche quando le cose sono cambiate: nel 2013 Paola e il fratello hanno cominciato a rinnovare un po’ l’offerta, puntando sui caffè specialty e più in generale su chicchi di pregio, una tostatura più chiara e delicata per offrire bevande diverse. Sempre, però, nel rispetto dei sacrifici fatti da nonno Sabino, con lo sguardo curioso verso il mondo e il cuore ben saldo a casa.
La forza del bar
È stato questo il grande valore della caffetteria aperta nel novembre 2017: una qualità diversa, superiore alla media dei bar della zona, con un approccio nuovo ma sempre gentile, di chi conosce punti di forza e debolezza del proprio territorio e sa trovare la chiave giusta per comunicare al meglio il proprio lavoro. Le chiacchiere non sono mai mancate, ma poi era con i fatti che Paola e la sua squadra conquistavano i clienti: una macchina tostatrice da 2 chili e mezzo nel bar mostrava in diretta la tostatura, il menu era ampio, di caffè ce n’erano per tutti i gusti, l’offerta gastronomica curata e azzeccata. «Il dispiacere è tanto, ma continuerò a lavorare con il caffè. E per il futuro, mai dire mai».