Bar Bozza, il wine bar di Roma sud che spacca grazie al suo bancone

9 Mar 2024, 16:21 | a cura di
Vini naturali e piatti contemporanei, un’atmosfera vivace e rilassata: se questa enoteca ci ha conquistati tutti in così poco tempo, è perché è diversa da tutte le altre

È una prima stesura, uno schizzo, solo una prova. L’hanno pensato così Fabio Macrì e Mauro Lenci il nome del loro Bar Bozza, un piccolo bancone, una cucina dinamica e un'ampia proposta di vini. Doveva essere la loro brutta copia, ma in poco tempo si è rivelato uno spazio che, a Roma, mancava davvero. Perché qui, a prescindere dall’occasione, si finisce sempre per tornare.

Bar Bozza, l'ex copisteria tramutata in wine bar

Qualche dettaglio tecnico, prima di lasciar parlare la pancia. Mauro seleziona i vini (naturali a fermentazione spontanea), Fabio cura la cucina, il menu – una serie di tapas che cambiano frequentemente – è snello e con tante opzioni vegetali (noi vegetariani ringraziamo: è uno dei pochi wine bar da cui possiamo uscire a stomaco pieno). Lo spazio è piccolo, dell’ex copisteria dove un tempo i due titolari hanno fatto stampare le loro tesi, sono rimasti i pavimenti, le porte e gli infissi rossi. E da quando è iniziata l'avventura, nel febbraio 2022, è nato anche uno Spin-Off accanto, dedicato alla birra.

I tavolini nello spiazzale esterno sono il massimo, ma sedersi al bancone è una garanzia. Ecco, cominciamo da qui. Da quel bancone stretto e pieno di vita. Da Bar Bozza si va volentieri anche da soli. Il personale è giovane, anzi giovanissimo, accogliente, cordiale. Preparato senza darlo troppo a vedere. Si scambia qualche chiacchiera con chi è dall’altro lato, e il più delle volte si finisce per trovare nuove compagnie nei vicini di sgabello.

La silenziosa ricerca di Bar Bozza

Ma questo in zona Ostiense è anche il locale delle cene intime, delle chiacchiere tra amiche e le serate romantiche. Si mangia bene, si spende il giusto, si diceva un tempo. Qui è proprio così: i prezzi sono adeguati all’offerta, alla qualità delle materie prime, mai sbandierata, mai osteggiata. Nessuno sciorina a memoria i nomi dei fornitori più virtuosi, poi però quando parli con Fabio inizi a scoprire una serie di chicche nascoste nella città, dalla bottega al minimarket di quartiere. Il pane, che arriva a tavola appena scaldato, viene da uno dei migliori forni di Roma, ma devi chiederlo se vuoi conoscere il nome. Ma poi, importa davvero così tanto?

Prima, naturalmente, si beve. Niente carta, per le bottiglie ci si affida alla squadra o si prende un calice alla mescita. La scelta è assurda, si trova di tutto, basta avere le idee chiare oppure farsi guidare. Altrimenti, com’è che si dice? Fai tu. È così che hanno chiamato il loro vino, FaiTù, rosso (Montepulciano, Romagnola) o bianco (Trebbiano, Moscato, Malvasia, Pecorino, da bere a grandi sorsi), prodotto vicino Teramo.

Sapori e profumi identitari

Dopo le prime volte, quella zaffata intensa che arriva non appena si varca la soglia diventa, semplicemente, profumo di Bozza. Molti dicono che l’odore sia il segno distintivo di una persona, per un locale è più difficile averne uno così identificativo, specifico, tutto suo. Bar Bozza ce l’ha. Potremmo parlare di studio, tecnica, conoscenza. La verità è che, alla base della cucina, c’è solo un grandissimo gusto. Pochi fronzoli (nella presentazione, perché di preparazione ce n’è eccome) e tanta sostanza, dritta al sapore ma mai banale. È una cucina che mette appetito, che invoglia a ordinarne ancora.

I piatti di Bar Bozza

Qualche esempio, tra i più iconici: l’uovo Bar Bozza, per i primi mesi di apertura un must, uovo sodo con miso, alghe, sesamo e cipollotto, il cetriolo barattiere con erbe e sesamo che ci ha rinfrescato nella torrida estate 22, lo special di Natale, due fette di pandoro tostate con pollo, cetriolini, cipolla caramellata e prosciutto croccante, la pancia di maiale glassata con kimchi, arachidi e peperoncino, le mille versioni della zucca, da quella alla scapece all’ultima, con cardoncelli arrosto, salvia fritta e una maionese allo zafferano da commozione.

Poi, certo, capita di voler solo «stuzzicare» qualcosa: i fritti in arrivo dalla birreria accontentano tutti, patata dolce o cavolfiore, ogni vegetale ha la sua salsa d’accompagnamento per soddisfare quel languore che non è proprio fame.

Un posto in cui tornare

Bar Bozza ha compiuto due anni d’età, ma già i primi tempi le premesse erano chiare. Sarà per questo che non abbiamo mai smesso di tornarci. Nonostante di locali simili, nel concept e nell’offerta, ne esistano altri. L’atmosfera vivace, i piatti buoni, il servizio unico offerto da ragazzi appassionati che presentano ogni bottiglia con un semplice «è uno dei miei preferiti».

Tutto questo funziona, ma forse c’è di più: da Bar Bozza ci si va per festeggiare «senza impegno» (ma con tanto stile), per aggiornarsi periodicamente con l'amica del cuore, ci si finisce appositamente oppure per caso, per tanti «bicchieri veloci» prima di una cena «tanto è di strada» (il più delle volte, non lo è). Di ritorno di un aperitivo o a fine serata, per il bicchiere della staffa.

Ci si va quando si sta bene, ma anche quando si è stanchi, quando si vuole staccare la spina o quando si ha bisogno di affrontare quella conversazione che si rimanda da troppo tempo. Forse, quello che Bar Bozza è veramente riuscito a darci, in una città così caotica, schizofrenica, in cui le nuove aperture si susseguono e fagocitano l’un l’altra a ritmo incalzante, in cui tutti gridano alla qualità e l’innovazione, è un riparo. Un rifugio dove trovare cibo e vino buono, ma soprattutto dove sentirsi al sicuro. Un po’ come alla fine di una lunga camminata in montagna, ma dando le spalle all’Ostiense.

Un posto dove poter decellerare, dove ci si siede e si tira un sospiro di sollievo. Qui, almeno per una sera, si può mettere tutto in pausa. E sì, poi si mangia e beve bene.

Bar Bozza - Roma - via Giulio Rocco, 27 - instagram.com/barbozza_ig/


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