Non è per tutti un momento di festa, il Natale. Per alcuni può rivelarsi un incubo, specialmente se si sta affrontando un lutto o un momento di crisi. Per altri, semplicemente, quella «magia» delle feste non è mai scattata, e va bene così. O meglio, andrebbe bene se non fosse per le pubblicità, gli addobbi già presenti da fine ottobre, le sponsorizzate sui social, i contenuti più o meno melensi che ci ricordano continuamente quanto sia speciale questo periodo dell’anno. Un promemoria non poi così gentile, non per tutti: in soccorso dei «Grinch» di tutta Italia, però, arrivano puntuali loro, gli eroi nazionali che nei giorni di festa indossano il mantello con ancora più orgoglio. I baristi, la consolazione di chi si rifiuta di celebrare il Natale.
Bar, la salvezza per chi non vuole festeggiare il Natale
Cosa fare se non si vuole festeggiare? Cercare di mantenere il più possibile uno stile di vita ordinario. Iniziando con un caffè al bar, una colazione con cornetto e cappuccino (tanto, non ci sono abbuffate in vista), magari anche un aperitivo, meglio ancora se tra amici. Trascorrere il pomeriggio al pub prima della sera della Vigilia è diventato ormai per molti un rito irrinunciabile, ma anche il giorno di Natale ci sono delle alternative per chi non può o non vuole trascorrerlo in casa.
Santi baristi, aperti sempre, a Ferragosto e il 1 gennaio: è un mestiere faticoso, che richiede un grande impegno, uno spirito di sacrificio considerevole e una buona dose di pazienza. Ritrovarsi anche la mattina di Natale a fronteggiare le richieste più bizzarre, tra cappuccini d’orzo senza lattosio, decaffeinati schiumati al vetro, espressi macchiati freddi «anzi no, scusa, caldo» non è semplice. Eppure, loro sempre lì, con tanto di cappellino di Babbo Natale e musiche di repertorio in sottofondo. Stoici, imperturbabili, le nostre rocce.
Un giorno come tanti
Non è difficile, ormai, trovare un bar aperto la mattina di Natale. Sarà per la crisi, per la necessità di far quadrare i conti, ma anche per l’esigenza sempre più alta della clientela: un tempo era raro vedere così tante persone al bancone il 25 dicembre, ma oggi le cose sono cambiate, ci sono i fuorisede che non riescono a tornare a casa, che spesso non possono permetterselo, ci sono ritmi lavorativi sempre più ingestibili che fanno passare la voglia di fare le valigie e partire. Le città sono sempre animate, in pieno agosto così come a Natale, e i baristi lo sanno bene, tanto che spesso si attrezzano anche con menu ad hoc, proposte per l’aperitivo e offerte del giorno. Ben diversi dai ristoranti, che durante le feste hanno sempre lavorato per soddisfare le esigenze delle famiglie più numerose, i bar vanno a colmare i bisogni di chi non ha intenzione di restare solo ma neanche di festeggiare.
Non sono un’alternativa al pranzo in famiglia, ma la normalità, il simbolo della routine, della quotidianità di chi vorrebbe che questo giorno fosse proprio come tutti gli altri. Senza spendere molto, mangiare più del solito o vestirsi a festa. Un cornetto e un cappuccino, come sempre. Il solito. Senza strafare.