Chi era Piero Bambi de La Marzocco
Una vita dedicata al caffè. Non esiste un modo univoco per descrivere Piero Bambi, Presidente Onorario de La Marzocco, storica azienda toscana di macchine per caffè espresso, cultore dell’oro nero che ha appreso tecniche e conoscenze dal papà fondatore Giuseppe, evolvendole nel tempo con gusto e un grande senso estetico. Si è spento fra la notte del 21 e il 22 marzo Piero, all’età di 86 anni, nella sua Firenze. Con lui se ne va un pezzo di storia dell’espresso italiano, ma il ricordo resta vivido nella mente di tutti gli addetti ai lavori che hanno avuto la fortuna di confrontarsi con lui. Profondamente legato alla tradizione italiana, Piero si è dimostrato sempre capace di aprirsi al nuovo, il diverso, restando al passo con i tempi pur conservando con orgoglio gli insegnamenti lasciati dai primi grandi maestri artigiani. Tanti dei progetti innovativi messi in campo da La Marzocco portano la sua firma, il nome di chi ha speso una vita per migliorare la bevanda tanto amata, a cui si è dedicato fino alla fine con passione e tenacia.
Piero Bambi, “il papà di tutti e di tutto”
Sono in tanti i professionisti del settore che conservano un ritratto prezioso di Piero. Di lui si ricordano l’umiltà, la grande passione, la mente aperta ma il cuore ancorato alla tradizione. “Un uomo semplice, che trovava gioia nelle piccole cose, più che nei grandi successi”, racconta Cristina Caroli del bar Aroma di Bologna. “Piero ha vissuto a cavallo di due epoche, ha avuto il privilegio di vedere da vicino la grande manifattura artigiana delle macchine da caffè, a cui è sempre rimasto legato”. Il primo incontro con Cristina è stato durante la presentazione di una delle sue macchine più iconiche, la Strada: “Era ancora in fase di test, insieme a un gruppo di baristi siamo andati in officina a fare delle prove di estrazione, eravamo tutti entusiasti… ma Piero di più. La felicità nei suoi occhi nel constatare il nostro interesse era palese”. C’è poi un altro ricordo che affiora, ancora più potente: “Una volta c’è stato un contest fra baristi al Mercato Centrale di Firenze. Dopo la gara, la festa: arriva Piero, parte un applauso fragoroso, di quelli che si riservano alle celebrità. Lui si imbarazza, non capisce… Piero era così: modesto, sensibile”. E soprattutto, “il papà di tutti e di tutto quello che è successo nel mondo del caffè”.
Piero Bambi e il gusto del caffè
Sono parole cariche di emozione, quelle di Cristina, la stessa che emerge anche dalle storie di Francesco Sanapo di Ditta Artigianale: “Per un paio d’anni ho lavorato per La Marzocco. Piero era la mia pausa mattutina: un caffè insieme, mezz’ora di chiacchiere. Parlavamo del gusto dell’espresso, prima ancora che della funzione della macchina… gli piacevano gli specialty, era aperto ai sapori diversi, ma restava sempre affezionato alla storia”. Caffè nuovi sì, ma senza stravolgere la tradizione, “la miscela restava per lui la migliore espressione dell’espresso italiano”. Di nuovo, una fotografia di Piero pioneristico, rivoluzionario, innovativo, ma che non rinnega mai le sue radici. Un uomo “elegante, a modo, che condivideva idee e conoscenza con tutti”. E fra tanti aneddoti, ne resta uno divertente: “Mi offrivo sempre di preparare il caffè, ogni mattina. Ma lui non ammetteva repliche: andava dietro al bancone e faceva due tazzine, per me e per lui”.
Un uomo affezionato all'azienda, alla sua storia, "quando lo andavo a trovare mi faceva fare tutto il giro dell'azienda, di nuovo", racconta Enrico Meschini de Le Piantagioni del Caffè, "e mi parlava sempre di temi diversi, ogni volta era un'esperienza nuova". Fin dall'inizio, fra i due si è instaurato un rapporto di amicizia e fiducia, ancor prima che lavorativo, "e io ne ero orgoglioso, mi sentivo onorato. Piero era una persona speciale, trasparente, sempre proiettata verso il futuro, con la mente aperta".
Purtroppo, a causa dell’emergenza Covid-19 non sarà possibile celebrare il funerale, ma verrà presto organizzato un giorno di commemorazione in onore di Piero, non appena sarà possibile.
“Si può trasmettere una tecnica, ma la passione si sviluppa solo con la dedizione, l’amore, l’orgoglio e il rispetto del proprio lavoro”, Piero Bambi.
a cura di Michela Becchi