In dispensa non manca mai, sul toast a colazione è un must, in tante pietanze di carne diventa l’ingrediente segreto per dare quel “tocco in più”, ma ormai anche nelle cucine professionali il barattolone giallo e rosso è sempre a portata di mano. In fondo, perché limitarsi a spalmare la Vegemite solo sul pane?
100 anni di Vegemite, simbolo dell'Australia
Cugina dell’inglesissima Marmite, la crema a base di estratto di lievito di birra in Australia compie 100 anni, un traguardo importante per quello che gli abitanti chiamano “our natinal food”, il cibo nazionale, icona culturale del paese al pari dei canguri e del boomerang. A inventarla è stato Fred Walker, fabbricante che, dopo aver assaggiato la specialità britannica, ne rimase così colpito da chiedere al chimico Cyril Callister di riprodurla.
È il 1922 quando la crema collosa e scura compare per la prima volta sul mercato, suscitando sentimenti contrastanti nei consumatori, che guardano con diffidenza quella nuova, bizzarra spalmabile. Bisogna attendere gli anni Trenta perché la popolazione cominci ad apprezzarla, con l'acquisizione dei diritti da parte della Kraft, marchio già conosciuto e popolare che ha rassicurato gli abitanti. Il successo è immediato e durante la Seconda Guerra Mondiale la Vegemite diventa uno dei cibi più consumati fra le truppe.
I fan della Vegemite
È la crema che ha sfamato l’Australia, il ricordo d’infanzia di tutti, uno di quei cibi feticcio attorno al quale si creano gruppi di veri fan: basti pensare che Sam, insegnante di inglese che lavora a Il Cairo, durante la Settimana Internazionale distribuisce piccoli barattolini di Vegemite tra gli studenti, “i bambini ne parlano per tutto il tempo, a prescindere che il gusto piaccia o meno” ha raccontato al Guardian l’insegnante.
Non tutti gradiscono, certo: love it or hate it è stato il celebre slogan con cui la Marmite – prima e originale versione del prodotto – è diventata famosa nel Regno Unito e in seguito anche all’estero. Non c’è un altro cibo capace di polarizzare così tanto l’opinione dei consumatori, forse solo il coriandolo: con la Marmite non ci sono vie di mezzo, è un sapore che spacca in due la tavola, pro o contro. Di certo, non un gusto che si dimentica facilmente.
A scoprire per primo la ricetta è stato uno scienziato tedesco, Justus Liebig, che a fine Ottocento riuscì accidentalmente a concentrare il lievito di birra, per poi rendersi conto che poteva essere mangiato. A produrla per primo, la Marmite Food Company, azienda inglese della contea dello Staffordshire, che acquistava il lievito dai tanti birrifici sparsi per la cittadina e vendeva la crema in contenitori di terracotta.
La crema che conquista gli chef, Redzepi incluso
Mentre i consumatori discutono su quanto sia buona o terribile la Vegemite, sempre più addetti ai lavori in Australia cominciano a inserirla nelle ricette. È il caso di Kate Reid, pasticcera specializzata in lieviti, che tra le diverse proposte del suo Lune Croissanterie di Melbourne offre anche opzioni salate con la crema. Oppure di Attica, sempre a Melbourne, che per diverso tempo ha valorizzato il prodotto in uno dei piatti forti del menu degustazione dedicato alla tradizione locale, mentre il Corella Bar di Canberra per colazione propone fette spesse di pane a lievitazione naturale con un mix già pronto di “buttermite”, burro mescolato alla crema.
Nel 2016 l’inconfondibile gusto della spalmabile ha conquistato anche Redzepi, che al pop up del Noma a Sydney aveva creato una sua personale versione del prodotto, a base di lievito di birra fresco e un mix di verdure biologiche cotte fino a essere ridotte in una specie di caramello scuro. "Noma-mite", così l'aveva ribattezzata, e pare fosse ancora più intensa dell'originale.
Ma quei sapori industriali dell'infanzia, si sa, sono impossibili da replicare. E per gli australiani non c'è partita: la cara vecchia Vegemite non si batte.