Era il 1993 quando Alfonso Bialetti brevettò la macchina che di lì a poco sarebbe diventata l’emblema dello stile di vita italiano. Sono trascorsi 90 anni e la moka è ancora il sistema casalingo preferito per preparare il caffè, immancabile in qualsiasi cucina italiana: poco importa se la si usi o meno, la moka è lì, bella e nostalgica, a ricordarci uno dei rituali più affascinanti di sempre. Per celebrarla, oggi, una serie di curiosità sulla caffetteria.
10 curiosità sulla moka
I baffi del figlio, la silhouette della moglie
Papà della moka è Alfonso Bialetti, ma i baffi del mitico omino appartengono al figlio Renato. La leggenda narra, poi, che la forma della caffettiera sia invece ispirata alla figura della moglie Ada, che era solita indossare gonne ampie e piegare il braccio sul fianco, una posizione che avrebbe fornito ispirazione per il manico della moka.
La dedica al caffè nel nome
Mokha è una città dello Yemen, tra i maggiori Paesi produttori di caffè. È proprio a questa che si deve il nome ufficiale della caffettiera, inventato da Renato Bialetti. Moka Express per la precisione, a sottolineare il richiamo all’espresso del bar, in versione casalinga.
L’ispirazione per la macchinetta
Di racconti sull’origine della moka ce ne sono diversi. Tra le teorie più accreditate, quella del bucato, che racconta che Alfonso ebbe la geniale intuizione osservando la moglie alle prese con la liscivatrice. Era una specie di secchione con un camino forato che veniva posto sul fuoco: nella vasca sottostante si versava l'acqua, che veniva fatta bollire e, per pressione, passava attraverso il tubo centrale che ricadeva sulla biancheria. Un sistema molto simile a quello creato da Bialetti.
Una caffetteria da record
Come fare 100 tazze di caffè in una volta sola? Con la moka, naturalmente! Una macchinetta da guinness dei primati è stata creata appositamente per entrare nel mondo dei record. Alta 102 metri e pesante 125 kg, la giga-caffetteria ha servito 100 persone in occasione del Sigep 2013.
Un pezzo da museo
Da anni la mitica moka è presente nelle collezioni del MOMA di New York: un’esposizione permanente per la macchinetta casalinga più famosa di sempre.
Edizioni limitate
Tricolore, firmata Dolce & Gabbana, a tema San Valentino, dedicata agli Alpini e poi tinta di colori sgargianti, dall’azzurro al corallo. La classica resta la più affascinante, simbolo dell’Italia nel mondo, ma le limited edition a tema possono essere una perfetta idea regalo.
Addio, montagnetta
Preparare una moka a regola d’arte è possibile, seguendo alcune accortezze. Per esempio, è tempo di abbandonare la cara vecchia montagnetta. Nel momento in cui si avvita la caffetteria, la polvere va a depositarsi sui bordi e finisce sulla guarnizione: senza un’ottima tenuta tra le due parti, il caffè viene estratto male.
Brew ratio
Una parola all’apparenza complicata che indica, semplicemente, il rapporto tra acqua e caffè: per una moka da tre, di solito la proporzione è 1 a 10. Quindi, circa 15 grammi di caffè per 150 millilitri d’acqua. Anche per questo è bene non fare la montagnetta: aumentando la quantità di polvere, il rapporto viene meno.
La quotazione in Borsa
L’attuale azienda è nata ufficialmente nel '98 dalla fusione di Rondine Italia, produttrice di pentole, e Alfonso Bialetti & C. Una realtà che si è subito data da fare in termini di acquisti: prima la Girmi, l'azienda di piccoli elettrodomestici, poi la turca CEM, specializzata in strumenti per la cottura, e ancora l'Aeternum, marchio di produzione d'acciaio. Per poi fare il suo ingresso in Borsa nel 2007, con una quota del 74% sul mercato delle caffettiere.
Quel gorgoglio bugiardo
Quando inizia a borbottare, in realtà è già troppo tardi. Quel profumo inconfondibile, intenso, familiare che comincia a spargersi per casa è andato perduto: nella tazzina non lo troveremo più. L’ideale sarebbe interrompere l’estrazione appena prima del rumore, quando la bevanda arriva a 3/4 del bricco, in modo da trattenere la componente aromatica.