Steve McCurry. Il fotografo dell'umanità
Steve McCurry ha firmato (e scattato) alcune tra le foto più iconiche del nostro tempo. Tre anni fa, la sua mostra da tutto esaurito al botteghino – sul tema che gli è tanto caro del ritratto di donna (l'Afghan girl, Sharbat Gula, fotografata in un campo profughi in Pakistan nel 1984, pubblicata da National Geographic, è indubbiamente la foto che gli ha dato la notorietà) – era arrivata anche a Forlì, nelle sale dei Musei di San Domenico. E a settembre il fotografo tornerà nella cittadina emiliana con una nuova personale dedicata al Cibo, presentata in prima mondiale proprio nel complesso museale di piazza Guido da Montefeltro. Così McCurry sarà, con la sua famiglia al seguito, ospite d'onore del festival del Buon Vivere che Forlì ospiterà dal 21 al 29 settembre. La mostra, invece, si potrà ammirare fino al 6 gennaio 2020, seguendo il percorso che si articola intorno a un'ottantina di fotografie, in parte inedite, mai esposte e stampate prima.
Steve McCurry, la mostra sul Cibo a Forlì
Ma cos'ha spinto il fotografo americano quasi settantenne a lavorare sul tema del cibo? L'approccio è sempre quello antropologico che caratterizza McCurry, impegnato a raccontare per immagini la bellezza della diversità. E in questo sistema il cibo diventa elemento universale per fare un giro del mondo attraverso modi di produzione, trasformazione e consumo, con particolare riferimento all'urgenza di contrastare gli sprechi, richiamando il diritto a un'equa distribuzione delle risorse. Non a caso, la mostra nasce nell'alveo del progetto Mostre del Buon Vivere, prodotta da Civitas (curatrice è Monica Fantini) con il sostegno della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì. Cinque sono le sezioni che seguono il ciclo di vita del cibo, tra scatti che mettono al centro la figura umana e altri che lasciano parlare gli odori, i colori, gli umori del cibo, tra mercati, campi, luoghi di produzione e trasformazione della materia prima.
I temi in mostra. 5 sezioni
Si comincia con l'introduzione che aiuta a comprendere il tema, segue una sezione interamente dedicata al pane come alimento primario; poi il focus sulla produzione, dalle piantagioni sudamericane al lavoro dei pescatori in mare. Una quarta sezione sulla trasformazione del cibo, e l'ultima incentrata sul valore del condividere e consumare insieme il cibo. Il percorso accosta scatti che accompagnano tutta la carriera dell'artista, raccolti tra Asia, Sudamerica, Europa in oltre trent'anni di attività. Ma la mostra sarà supportata anche da materiali audiovisivi e strutture scenografiche studiate per l'occasione. Nel 2020 la mostra arriverà anche in altre città d'Italia e del mondo. Mentre in contemporanea, dal 13 settembre, le Gallerie Estensi di Modena ospiteranno un'altra mostra di McCurry, dal titolo Leggere, con l'allestimento di Biba Giacchetti e i testi di Roberto Cotroneo.
Cibo di Steve McCurry – Forlì – Musei di San Domenico – dal 21 settembre al 6 gennaio 2020 – 12 euro (già aperte le prevendite online)