Il Governo pronto a dichiarare lo stato di emergenza dopo l'alluvione di Emilia-Romagna e Marche

20 Set 2024, 20:56 | a cura di
Il Consiglio dei ministri si riunirà sabato mattina, mentre l'agricoltura fa la conta dei danni. A pagare di più sono frutti autunnali, pomodoro, barbabietola da zucchero e viticoltura

Il Consiglio dei ministri si riunirà sabato mattina, a Palazzo Chigi, per dichiarare lo stato di emergenza per le Regioni Emilia-Romagna e Marche, colpite nuovamente dall'alluvione il 18-20 settembre 2024. La premier Giorgia Meloni ha annunciato 20 milioni di euro per le prime necessità. Nei territori interessati, la situazione è migliorata gradualmente, e lentamente, venerdì 20 settembre, al punto che Arpae (il servizio meteo regionale emiliano-romagnolo) ha abbassato il livello di allerta da rossa ad arancione nella grande direttrice tra Bologna e Rimini. Ma la situazione è considerata molto difficile. Basti pensare che tra mercoledì e giovedì, nel giro di 48 ore in alcuni casi sono stati superati i 350 millimetri di pioggia, con picchi massimi tra Ravenna e Brisighella. Per alcune zone, si tratta di metà della pioggia che mediamente cade in un intero anno. Nei quattro bacini interessati (tra Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena) ci sono alcune migliaia di sfollati (2.500 secondo i dati di Regione e Protezione civile, la gran parte in via precauzionale che dovrebbero rientrare nelle proprie abitazioni a breve). Non è la prima volta che accade, come è noto. E le stesse fragilità del territorio sono riemerse improvvisamente. A maggio 2023, infatti, furono 400-450 i millimetri d’acqua caduta, con la differenza che tali volumi caddero in due alluvioni successive. Stavolta, la pioggia è caduta in un unico evento.

I danni all'agricoltura

Raccolti e magazzini sono finiti sott’acqua, con decine di aziende agricole colpite, centinaia di ettari di seminativi, frutteti e vigneti finiti nuovamente sotto fango e acqua, come un anno fa. A rischio, come spiegano dalla Regione Emilia-Romagna, anche il versante della vendemmia, che è ancora in corso in numerose aziende, secondo una prima valutazione fatta dalle associazioni di settore. La prossima settimana è stata convocata d'urgenza la Consulta agricola regionale: «Siamo già in contatto dalle prime ore con i nostri tecnici e tutte le associazioni agricole e agroalimentari del territorio - ha fatto sapere l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi - ed è già iniziata la procedura per la ricognizione dei danni. La situazione complessiva verrà esaminata la settimana prossima, nel corso della Consulta agricola regionale».

Fruit valley in ginocchio

«La fruit falley italiana è in ginocchio», sottolinea la Coldiretti, ricordando che l’80% delle aziende nel Ravennate danneggiate sono le stesse devastate dall’alluvione del 2023I terreni coltivati a ortaggi e gli alberi di mele, pere, kiwi, susine sono finiti sott'acqua nel Faentino, a Bagnacavallo e Cotignola: «Dove l’acqua è arrivata alla frutta, avendola ricoperta di fanghiglia, il raccolto si può considerare perso. Ma il ristagno idrico, se dovesse prolungarsi, metterebbe a rischio tutti i frutteti, come nel 2023». Difficile, secondo il sindacato agricolo, stabilire se gli impianti saranno recuperabili, dal momento che le piante cariche di frutta stanno collassando, piegandosi. Nel settore vitivinicolo, sono segnalati danni anche ai vigneti, col pericolo di non poter riprendere a breve le attività di vendemmia. Nelle colline, nuove frane hanno colpito molte delle aziende agricole già danneggiate dall’alluvione dello scorso anno, per la gran parte in attesa ancora dei ristori. Per alcune, a causa dell'interruzione di alcune strade, ancora non è stato possibile raggiungere gli appezzamenti coltivati. Nelle Marche, i danni degli allagamenti hanno interessato tutta la fascia costiera, soprattutto terreni coltivati a ortaggi.

Per molti agricoltori un déjà vu

Stefano Francia, presidente di Cia-Agricoltori Italiani dell’Emilia Romagna, racconta di una situazione drammatica, dal momento che si tratta delle stese aree coinvolte dall’alluvione del 2023 (e anche in quella del 2019): «Dove erano state ripristinate le numerose criticità nei campi, ora occorre ricominciare da capo». Lo straripamento dei fiumi ha determinato questa situazione. È accaduto in Emilia, nel bolognese, con il fiume Idice che ha rotto gli argini poco più a valle rispetto al maggio 2023 dove i lavori di ripristino sono tuttora in atto (nella zona di Selva Malvezzi). Il torrente Quaderna è esondato nella sponda destra provocando allagamenti in zona Fiorentina e Sant’Antonio. Il Sillaro ha rotto nella sponda sinistra nella zona di Castel Guelfo. E smottamenti sono segnalati nell’Appennino bolognese. In Romagna, fa sapere la Cia regionale, il fiume Montone è straripato di nuovo. I ripristini dei terreni che erano stati portati a termine in molti casi sono da rifare e c'è, ovviamente, un grave danno alle colture (barbabietole da zucchero e pomodoro da industria). Insomma, annata da dimenticare e agricoltori che hanno necessità di essere risarciti. Il prossimo G7 Agricoltura di Siracusa ha un tema in più su cui confrontarsi.

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