I numeri di Startupbootcamp FoodTec
Startupbootcamp FoodTech, un anno dopo. Concluso il primo ciclo di incubazione, che da novembre 2016 (e per tre mesi) ha accompagnato 10 promettenti food start up in un percorso di perfezionamento del concept, così da risultare più attraenti agli occhi degli investitori, tra qualche settimana - nella sede romana di San Giovanni - si aprirà la seconda edizione del programma di accelerazione. A tracciare un bilancio dell'esperienza dell'ultimo anno, il primo di attività per il distaccamento italiano del celebre acceleratore internazionale di start up, il direttore Peter Kruger, Ceo del programma: “In poco meno di un anno dal primo ciclo di accelerazione, Startupbootcamp FoodTech ha ampliato il proprio raggio d'azione. Non solo è cresciuto il numero di application (+12,96%), ma anche il numero di Paesi da cui sono pervenute le domande (15 in più rispetto al 2016)”. In concreto, sono 755 le application ricevute nei mesi scorsi per candidarsi al programma, da 70 Paesi del mondo, con l'Italia a guidare le candidature (21%), seguita sul podio da Stati Uniti e India. Solo 18 profili, però, hanno avuto accesso ai Selection Days appena conclusi, garantendosi la possibilità di confrontarsi con oltre 70 partner e mentor qualificati, che hanno decretato il verdetto finale.
I protagonisti del secondo ciclo
Dal prossimo 16 ottobre al 25 gennaio 2018, saranno nove le start up partecipanti al percorso di accelerazione (con la collaborazione di Gambero Rosso, Lventure Group, Monini, Cisco, M3Investimenti, Orienta), le vincitrici di una selezione che ha visto “sfidarsi” progetti di qualità superiore rispetto alla prima edizione, a testimoniare il prestigio raggiunto dall'incubatore nel suo primo anno di attività. A vario titolo coinvolte nel business della food innovation – dall'agricoltura di precisione all'acquaponica, dai cibi sostitutivi alla food discovery – le realtà selezionate potranno contare sul capitale investito da Startupbootcamp, sugli spazi di lavoro messi a disposizione per i prossimi 6 mesi e sulla rete di contatti condivisi dall'acceleratore. Ecco i protagonisti della seconda edizione del programma, e i loro ambiti di interesse. Su nove start up, solo due arrivano dall'Italia.
MyFoody (Milano): è molto attuale la sfida dall'app ideata nel capoluogo lombardo per combattere lo spreco alimentare nella grande distribuzione. Gli utenti iscritti, tramite sistema di geolocalizzazione, possono individuare prodotti in scadenza e a prezzo ridotto prima che le eccedenze dei supermercati finiscano nella spazzatura.
Orthoponics (Bologna): Dall'Emilia un'idea per coltivare in casa il proprio orto, tramite pareti verticali e tecnologia dell'acquaponica, che permette di ridurre lo spreco d'acqua.
Cricket One (Vietnam): La provenienza geografica del team è una spia importante per identificare il core business della start up di Ho Chi Minh, che ha perfezionato un sistema a basso impatto ambientale per favorire la diffusione degli allevamenti intensivi di grilli, fonte sostenibile di proteine animali.
GreenBanana (Olanda): Siamo a L'Aia, ma l'ingrediente principale dei prodotti da forno commercializzati dalla start up olandese arriva dall'Uganda. Le banane verdi africane, insieme a legumi e farine vegetali, sono alla base della linea di specialità gluten free, che garantisce anche il giusto compenso ai piccoli produttori di banane ugandesi, offrendogli uno sbocco sicuro sul mercato europeo.
OrganizEat (Israele): Un ricettario virtuale, potremmo definirlo, riassumendo l'idea del team di Tel Aviv. Ma il progetto nasconde una tecnologia all'avanguardia, che permette di organizzare le proprie ricette preferite tramite un'app sempre consultabile.
Serket (Olanda): Singolare l'idea in arrivo da Amsterdam, che sfrutta l'innovazione tecnologica per offrire agli allevatori di suini un software per il riconoscimento facciale che monitora singolarmente i maiali in azienda. Il vantaggio? Tenere sempre sotto controllo lo stato di salute dei capi, per intervenire tempestivamente e pianificare tecniche di allevamento personalizzate.
Trysome (Stati Uniti): La piattaforma alimentare ideata a Brooklyn è un mercato virtuale dove si incontrano produttori e consumatori di cibo biologico e naturale. Un marketplace etico che può contare sui feedback degli utenti per privilegiare le realtà più meritevoli e offrire prezzi competitivi a chi acquista.
UNAsmart (Stati Uniti): Da Rochester un accessorio pensato per il mercato statunitense, dove il consumo di caffè in strada e negli spazi pubblici è molto elevato. UNAsmart è un coffee maker portatile e ricaricabile, che si prefigge di ridurre lo spreco di materiali per la produzione di tazze in plastica e cartone.
Winture (Germania): a Berlino, l'attenzione di Winture si è concentrata sul diritto all'acqua potabile. Anche nelle zone più disagiate dell'Africa e del Sud America, dove grazie a un sistema di desalinizzazione dell'acqua alimentato a energia solare.
www.startupbootcamp.org/accelerator/foodtech-rome/
a cura di Livia Montagnoli