Anche oggi, 16 novembre, proprio come un anno fa, lo Starbucks Workers United - il sindacato dei lavoratori di Starbucks - scende in strada per protestare contro le condizioni di lavoro, la frequenza di giornate promozionali nelle quali il personale è sottodimensionato e il diritto ad ottenere gli stessi benefit dei negozi non sindacalizzati.
Sciopero di Starbucks proprio nel giorno del Red Cup Day
Scaffali pieni di tazze natalizie da collezione gratuite e degustazione di nuove bevande invernali. I clienti che ordinano da bere ricevono una tazza riutilizzabile gratis che possono riportare allo Starbucks più vicino per avere uno sconto di 10 centesimi sulla nuova bevanda, oltre a 25 stelle bonus per i membri Starbucks Rewards che utilizzano l’app Starbucks. Tutto molto bello e invitante, ma la forma anche in questo Red Cup Day non è tradotta in sostanza: "È umiliante e imbarazzante lavorare in negozi così sottostaffati durante i giorni promozionali che offriamo un servizio scadente ai clienti", dichiarano i dipendenti "Quando i clienti spendono $10 o $12 per una bevanda, non dovrebbero dover aspettare 45 minuti o ricevere una bevanda tiepida quando dovrebbe essere calda."
Il caffè del giorno di festa insomma è amaro e il bicchiere del classico cartoncino è mezzo vuoto. Per questo migliaia di dipendenti in centinaia di negozi negli Stati Uniti si asterranno parzialmente dal lavoro durante il Red Cup Day e per molti diventa una "Red Cup Rebellion".
Secondo un comunicato stampa diffuso lunedì dal sindacato, i lavoratori chiederanno all'azienda di "smettere di rifiutarsi illegalmente di contrattare con i baristi sul personale, sulla programmazione e su altre questioni". I lavoratori chiederanno inoltre a Starbucks di disattivare gli ordini tramite dispositivo mobile nei futuri giorni di promozione.
Una richiesta d'aiuto
Ma c’è di più. I dipendenti in sciopero cercano la solidarietà dei clienti: li invitano a partecipare alle manifestazioni fuori dalle sedi, a scrivere ai dirigenti e a portare opuscoli nei negozi non aderenti al sindacato. Invitano anche i colleghi di Starbucks non sindacalizzati a uscire in strada in segno di solidarietà.
Lo scorso anno più di 100 negozi hanno aderito allo sciopero e quest’anno il numero totale è di più 360 attività. Il sito americano Eater.com entra nel vivo della polemica con la dichiarazione di Neha Cremin, barista di Oklahoma City: “La carenza di personale danneggia i lavoratori e crea anche un’esperienza spiacevole per i clienti, Starbucks ha chiarito che non ascolterà i lavoratori, quindi stiamo difendendo noi stessi scioperando”.
Le denunce di Workers United e la posizione dell’azienda
Il sindacato ha presentato numerose denunce al National Labour Relations Board (NLRB) per pratiche di lavoro sleali, licenziamenti illegali e contro la politica aziendale nei confronti dei media che impedisce ai lavoratori di parlare con la stampa. Ma l’accordo non è mai arrivato.
In una dichiarazione a Eater.com, i vertici di Starbucks hanno affermato di rimanere impegnati a lavorare con tutti i partner, portando avanti trattative di persona con i sindacati certificati, fianco a fianco, per elevare la quotidianità, sperando che le priorità di Workers United si spostino per includere il successo condiviso e un incremento del lavoro per negoziare nuovi contratti.
Uno sciopero che coinvolge anche i college
Mentre continua il rimpallo di responsabilità quest’anno anche i college scendono in difesa delle caffetterie.
La Cornell University ha recentemente deciso che rescinderà il suo contratto con Starbucks e gli studenti di Georgetown, UCLA, Boston University, University of Washington e altri stanno chiedendo alle loro università di disinvestire dalla società. In una petizione al presidente di Georgetown John DeGioia, un gruppo di oltre 300 studenti, personale, docenti e organizzazioni del campus ha chiesto alla scuola di rescindere il suo accordo di licenza con Starbucks e di disinvestire dalle azioni di Starbucks, di cui la scuola possiede 49.957 azioni, valutate a quasi 5 milioni di dollari. Scrive il gruppo in una nota: "Rimuovere Starbucks dal nostro campus e disinvestire dalla società sarebbe un'incredibile dimostrazione di solidarietà con Starbucks Workers United e i dipendenti che lottano per il diritto di formare un sindacato presso Starbucks, poiché molti dei leader di questo movimento sono studenti stessi o neolaureati”.