Starbucks apre a Padova. Il colosso statunitense di torrefazione e caffetteria ha scelto il vecchio immobile della Deutsche Bank, in Piazza delle Erbe, come sede del nuovo store per accogliere padovani e turisti a partire da fine maggio, primi di giugno. Come riporta Il mattino di Padova, infatti, sono iniziati i lavori della location, che si concluderanno nel giro di sessanta giorni circa, in tempo per l’inizio della nuova stagione estiva. Lo Starbucks di Padova è il secondo in tutto il Veneto, un altro è già presente a Verona, e precede l’apertura della terza caffetteria della regione prevista a Venezia per il prossimo ottobre.
Starbucks a Padova
Lo Starbucks di Padova si dislocherà su due piani per una superficie complessiva di circa 130 metri quadri, l’arredamento è quello classico di tutte caffetterie Starbucks del mondo. La proposta di bevande resta la stessa di ogni caffetteria della catena, con il focus sulle diverse versioni di caffè: espresso, filtro, freddo, cappuccino, sino ad arrivare ad altre bevande come limonata, tè, matcha. Anche la proposta gastronomica segue il menu di ogni Starbucks: sandwich, panini, croissant, cookies e molto altro.
La curiosità di questa nuova apertura non sta tanto nella sorpresa di vedere un secondo Starbucks in Veneto, quanto nella sua posizione: la sede dello store è a meno di duecento metri dal Caffè Pedrocchi, il “Caffè senza porte”, storica caffetteria della città risalente al 1800 e meta per turisti, e non solo, e che oggi ospita anche il Museo del Risorgimento e dell’Età Contemporanea. La concorrenza tra le due caffetterie non è diretta, se si pensa alla diversità di offerta gastronomica e di bevande, eppure si ragiona su come potrebbe cambiare il modo di fare colazione nella piazza storica di Padova.
Starbucks in Italia
Quando dal 2016 ha aperto il primo Starbucks d’Italia a Milano, il colosso delle caffetterie statunitensi ha mantenuto la promessa: allargarsi sempre nel nostro Paese. Ora l’espansione sta avvenendo in Veneto, ma poco più di un mese fa ha aperto a Bologna, senza parlare dell’”affollamento” di store in Lombardia – ce ne sono quasi venti – e dell’espansione che ha avuto anche nel Lazio, con quattro punti ristorativi solo a Roma.