Non solo in Italia, ma anche nel mondo, il mercato degli spumanti continua a crescere. E sale al 7% della produzione mondiale di vino la percentuale di bollicine. Nel 2013, ne sono stati prodotti 17,6 milioni di ettolitri, contro i 12,7 mln hl del 2003 (+40%), parallelamente il consumo è passato da 11,8 mln di hl del 2003 ai 15,4% del 2013 (+30%). Mentre il commercio internazionale è aumentato regolarmente negli ultimi tredici anni raggiungendo 8,7 mln di hl nel 2013, per 4,4 milioni di euro, con una quota esportata di quasi 9% del volume dell'export totale di vino e del 18% a valore. Il focus di settore illustrato a Mendoza (Argentina) dal direttore generale Oiv, Jean-Marie Aurand, ha evidenziato come, nel 2000, il 74% degli spumanti sia stato prodotto da quattro Paesi Ue, ma come nel 2013 questa quota sia scesa al 63%. La Francia resta il maggior produttore (3,5 mln hl) con lo Champagne che da solo conta per il 15% degli spumanti prodotti nel mondo; l'Italia (3,2 mln hl) è seconda con una produzione cresciuta enormemente in dieci anni: +22% sul 2002; terza la Germania (2,6 mln hl) con una quota del 31% dell'intera produzione nazionale; quarta la Spagna (1,8 mln hl) seguita dalla Russia che, assieme ad Australia, Usa, Argentina e Brasile hanno registrato fortissimi aumenti nei volumi, contribuendo a diversificare la produzione.
Sul fronte consumi, l'Oiv segnala come si sia persa la stagionalità per andare verso un consumo più regolare. E mentre il consumo mondiale di vino è cresciuto del 4% in dieci anni, gli spumanti hanno fatto registrare il 30% in più sul decennio e un +4% sul 2012. Germania (-3% in dieci anni), Francia (+38%) e Russia (+115%), seguite da Usa (+51%), Italia (-35%) e Uk (+27%) sono i maggiori consumatori.
Sul fronte export: i primi tre Paesi esportatori (Francia, Italia e Spagna) fanno più dell'80% delle quote a volumi e a valore, e con la Francia che vale 2,2 miliardi sui 4,4 registrati nel 2013. Effetto della crisi del 2008: "Prosecco e Cava spagnolo sono diventati alternative allo Champagne", soprattutto in Usa e in Uk. Rispetto al 2008, la Francia ha perso l'8% del mercato in valore, l'Italia ne ha conquistato il 7%. Sui volumi, l'Italia ha guadagnato il 4% mentre Francia e Spagna hanno perso il 6% e il 2 per cento.
A cura di Gianluca Atzeni