Spessore. L’evento che sa cambiare
Un anno fa, Spessore trovava la sua nuova dimensione in un campo base popolato per quattro giorni da alcuni dei giovani cuochi più innovativi d’Italia. A mantenere il legame con il passato, due coordinate su tutte: il luogo – Torriana e la sua rocca, tra i greppi della Valmarecchia, nel primo entroterra riminese – e lo spirito collaborativo che anima la manifestazione sin dall’origine, basata com’è sul valore di una creatività che trova la sua migliore espressione nel gioco di gruppo, accantonata ogni velleità di primeggiare sugli altri. A ideare il format, nel ruolo di talent scout di tanti giovani cuochi che hanno preso parte a Spessore nelle diverse edizioni, fu Fausto Fratti nel 2013, mosso dall’intenzione di valorizzare le sinergie tra cuochi, produttori e territori d’Italia. E l’ex patron del Povero Diavolo di Torriana continua a crederci un anno dopo l’altro, anche quando si tratta di alzare la posta in gioco. Nel 2019, al debutto della formula Campo Base, Fratti ha voluto al suo fianco Piergiorgio Parini e Gianluca Gorini, chiamati a gestire l’esuberanza di una brigata estemporanea, numerosa e diversa ogni giorno. Con ottimi risultati. Quest’anno, nell’estate inevitabilmente segnata dalla pandemia, Spessore ritorna per onorare la sua storia, interpretando però il nuovo scenario: “Spessore è mutato nel tempo, vivendo la cosa come un fatto naturale” spiega Fratti “Così si è arrivati a concepire la formula di quest’anno, che è una nuova sfida”.
Spessore 2020. In viaggio per l’Italia
L’evento si muove, per la prima volta, su e giù per l’Italia, coinvolgendo in un abbraccio simbolico tutti i cuochi che hanno determinato il successo della manifestazione (in parte confluiti anche nella Brigata del Diavolo), ma anche volti nuovi, che entrano in squadra nell’anno in cui Spessore dilata gli appuntamenti su un orizzonte più ampio, diffuso nello spazio e nel tempo. Un modo per credere nella ripresa dell’Italia e per sostenere la ripartenza della cucina di qualità. Ogni tappa, come nella tradizione di Spessore, metterà insieme cuochi, pizzaioli, pasticceri e panificatori per offrire al pubblico una serata imprevedibile, fatta di intuizioni e ottimo cibo (e non cambiano le regole del gioco: al mattino si arriva “armati” solo di coltelli e tanta voglia di improvvisare!). W la libertà è stato il motto del 2019, che idealmente ritorna in un 2020 che gli attribuisce un senso più profondo, ribadendo il valore della libertà di fronte al rischio che sia messa in discussione. Il vero slogan dell’edizione alle porte, però, allude al viaggio, “nel Paese più buono del mondo”.
5 tappe. Dalla Calabria a Rimini
Si partirà da Catanzaro, il 5 agosto, ospiti del giovane Luca Abbruzzino, tra i fautori della nuova cucina d’autore calabrese. Qui, la serata sarà animata da una brigata di vecchie e nuove conoscenze del festival (per l’elenco completo rimandiamo sotto), tra cui il veterano Giuseppe Iannotti, che il 1 settembre, nella seconda tappa del tour, vestirà i panni del padrone di casa, al Kresios di Telese Terme. E così via, di cena in cena, passando per Roma (il 6 ottobre da Luciano Monosilio, nel centro della Capitale), per l’Abruzzo di Civitella Casanova (tra le colline de La Bandiera, con i giovani fratelli Spadone, il 3 novembre), fino alla due giorni conclusiva, il 1 e 2 dicembre, al Grand Hotel di Rimini. Il rientro in Romagna sarà occasione per riunire un gran numero di cuochi, pizzaioli e pasticceri in arrivo da tutta Italia (più di quaranta gli interpreti coinvolti), affiancati dalle sfogline riminesi. Parteciperà alla reunion finale anche Corrado Assenza: il pasticcere di Noto, sodale di Fausto Fratti, è da sempre sostenitore di Spessore, e anche quest’anno non mancherà all’appello.
Per quest’anno il tour non toccherà il Nord Italia, ma l’auspicio è quello di potersi ripetere nel 2021 – quando gli ingenti sforzi organizzativi non dovranno fare i conti con le limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria - con un’edizione più ampia, e ancora più libera.
Spessore 2020, il programma