Il sottovuoto in lavatrice
Dimenticate la vasocottura in lavastoviglie di qualche anno fa, perché a breve potrete cuocere i vostri pasti nella lavatrice, insieme ai vestiti. L’idea è di Iftach Gazit, che ha messo a punto delle buste speciali, nell’ambito di un progetto per la Bezalel Academy of Arts and Design di Gerusalemme: cuocere in acqua il cibo sigillato in buste alimentari speciali a una temperatura compresa fra i 50 e i 100 gradi, sfruttando il principio della cottura sottovuoto.
Una tecnica che negli ultimi anni ha conquistato molti chef, tanto da spingere qualcuno come i fratelli Roca a studiarla in maniera quasi maniacale, sperimentando anche pentole speciali come la Rocook. Ma i Roca sono solo un esempio della fama raggiunta dal sottovuoto, che è diventato popolare anche presso i cuochi amatoriali, grazie al fatto che consente agli alimenti di restare morbidi conservando quasi tutti i liquidi, che invece vanno persi quando si effettuano cotture a temperature più elevate.
Le buste Sous la Vie
Si chiamano Sous la Vie e probabilmente permetteranno di avvicinare ancora di più l’universo dei cuochi amatoriali - coloro che amano sperimentare nella propria cucina di casa - alle cotture sottovuoto. I contenitori inventati sono fatti in tyvek, un materiale impermeabile, con una protezione ulteriore all’interno, per evitare che il cibo venga a contatto con il sapone. Perché con le buste Sous la Vie non solo è possibile cuocere sottovuoto in lavatrice, ma anche farlo insieme ai vestiti, durante un normale lavaggio, sfruttando direttamente l’acqua riscaldata dall’elettrodomestico.
Sperimentare questo metodo non è difficile: l’etichetta di ogni confezione - venduta già piena di tutti gli ingredienti necessari - riporta sia le proprietà nutritive del contenuto che il metodo di lavaggio da impostare per la cottura. Per fare un esempio, le verdure si cuoceranno con un semplice lavaggio rapido per cotone, mentre per la carne si consiglia un programma completo per tessuti sintetici, intorno ai 60 gradi circa.
Le motivazioni, un pasto caldo a chi non ha una casa
Quella che potrebbe sembrare un’idea divertente per giovani single, nasce invece da un’esperienza di Gazit che, durante un altro studio condotto a New York, ha notato come le lavanderie a gettoni fossero uno dei pochi luoghi sicuri per i senzatetto della città. “La lavanderia è un luogo dove si possono fare molte cose, oltre a lavare i vestiti” ha spiegato il creativo israeliano. “Si può ricaricare il cellulare e riempire delle bottiglie con l’acqua in maniera gratuita. Per molti senzatetto, inoltre, è uno dei pochi luoghi in cui possono riposare per qualche ora in maniera sicura. Per questo ho pensato che potesse essere anche un luogo dove cucinare qualcosa”.
a cura di Francesca Fiore