Slow Food, nell’ottavo Congresso eletto un nuovo presidente
In occasione dell’ottavo Congresso Internazionale di Slow Food, organizzato a Pollenzo il 16 luglio, Edward Mukiibi ha preso il posto di Carlo Petrini come presidente dell’associazione. Petrini, che ha fondato Slow Food nel 1986 a Bra, poco distante da Pollenzo, ha spinto fortemente per questo avvicendamento, simbolo di profondo cambiamento e rigenerazione. Il suo successore Mukiibi – che ha ricoperto il ruolo di vicepresidente dal 2014 fino a oggi – è un giovane agronomo ed educatore ugandese, nato lo stesso anno in cui è stato fondato il movimento. Da allora – anche con l’aiuto del Gambero Rosso che pubblicò nel 1987 il primo manifesto – Slow Food ha portato avanti una rivoluzione verso l’equità e un cambiamento di valori che ha avuto un impatto su tutto il mondo, coinvolgendo milioni di persone, contadini, artigiani, cuochi e imprenditori che in 160 paesi del mondo hanno aderito alla mission per un cibo buono, pulito e giusto.
Chi è Edward MukiibiMukiibi, il nuovo presidente di Slow Food
Mukiibi è nato nella zona di Kisoga, un’area distante una quarantina di chilometri dalla capitale dell’Uganda Kampala, dove ha conseguito una laurea triennale in Agricoltura e gestione del territorio presso la Makerere University, che ha preceduto il Master in Gastronomia all'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Mukiibi è un educatore nel campo dell’alimentazione e dell’agricoltura ed è impegnato nella diffusione e promozione di progetti sociali per un sistema alimentare sostenibile, equo e giusto; durante la sua giovane carriera ha ottenuto diversi riconoscimenti, come il premio per la sostenibilità Ray Charles Black hand in the pot della Dillard University di New Orleans e una onorificenza da parte del Consiglio comunale della città di Detroit, negli Stati Uniti. È stato anche incluso nella categoria Educatori della classifica 50 Next Awards dalla rivista Forbes, che ha individuato gli under 35 anni che stanno plasmando il futuro della gastronomia.
La nomina a presidente di Slow Food è il riconoscimento a un lavoro per la transizione verso la sostenibilità alimentare e simbolo della capacità e della volontà di dar forma al futuro dell’agricoltura rigenerativa. “È il momento giusto per ricostruire, rafforzare e rinnovare. Anche le più piccole azioni messe in campo dalle nostre comunità sono portatrici di una speranza concreta e generano un impatto positivo sulle nostre vite – ha detto Mukiibi – perché siamo una famiglia globale: ciò che riguarda uno di noi riguarda tutti, indipendentemente dalle differenze geografiche, sociali e culturali. Come Slow Food, è importante essere coscienti del fatto che una piccola azione intrapresa a livello locale può avere un impatto enorme altrove; vorrei esortare ciascuno di noi a lavorare con lo stesso spirito di resilienza dimostrato durante la pandemia, con lo stesso senso di appartenenza e solidarietà, al fine di coinvolgere sempre più persone nelle nostre attività. Lo scopo rimane lo stesso: dar vita a un sistema alimentare che garantisca cibo buono, pulito e giusto a tutti. È questo il nostro ruolo comune, abbracciamolo con convinzione”.
La nuova direzione di Slow Food
In occasione dell’ottavo Congresso Internazionale, i cinquanta delegati arrivati dai cinque continenti hanno anche rinnovato il Consiglio di Amministrazione e deliberato il passaggio dalla forma associativa a quella di Fondazione di partecipazione Ets (Ente del Terzo Settore) che permette la partecipazione di una pluralità di soggetti, sia pubblici che privati, che ne condividono le finalità. Slow Food ha proseguito nella strada del cambiamento che aveva intrapreso già nel 2017, nel Congresso internazionale a Chengdu, per superare il modello associativo e rendere il movimento più aperto e inclusivo e rispettare le diversità di tutti i territori in cui il movimento è attivo, attualmente 160 paesi nel mondo. Il Consiglio di Amministrazione è composto da sette persone, quattro donne e tre uomini provenienti da diversi angoli del mondo, un gruppo che è il riflesso della diversità che da sempre contraddistingue il movimento.
Con la nuova leadership Slow Food si troverà ad affrontare le sfide ambientali, climatiche, politiche e sociali del settore nei prossimi anni. “Emerge in maniera sempre più forte e chiara il ruolo del cibo come responsabile principale del disastro ambientale. Il nostro movimento, impegnato da trent’anni a garantire l’accesso al cibo buono, pulito e giusto per tutte e tutti – ha detto Carlo Petrini – deve avere il coraggio di assumere un ruolo politico di primo piano nel frenare questa deriva dai risvolti catastrofici. Abbiamo bisogno di una governance che lasci spazio alle nuove generazioni, dobbiamo avere la capacità di coniugare il nuovo con la storia, di avere coscienza che il percorso fatto fino a oggi ha permesso il conseguimento di obiettivi che sembravano irraggiungibili, permettendoci di essere ciò che siamo. Il mondo di oggi è però profondamente diverso da quello degli inizi del nostro movimento: c’è quindi bisogno di farci affiancare e indirizzare dalla creatività e dall'intuizione di soggetti nuovi capaci di interpretare il presente, per poi delineare la traiettoria che consentirà il raggiungimento di traguardi futuri”.
a cura di Maurizio Gaddi