Cosa sono gli orange wines? In Italia le origini di questa particolare forma di vinificazione intrecciano la storia della cantina Gravner, solida realtà della viticoltura nazionale e friulana (sul territorio del Collio, al confine con la Slovenia) che grazie all'intuito di Josko Gravner si è fatta conoscere nel mondo per la qualità straordinaria delle sue etichette. Proprio a lui, nel 1997, si deve l'avvio di un nuovo lavoro sull'uva in cantina, con l'idea di produrre un vino bianco sottoposto a lunga macerazione sulle bucce. È questa sperimentazione a segnare l'inizio della fortuna che avrebbe accompagnato sul mercato gli orange wines fino ai giorni nostri. Nel frattempo, nella cantina di Oslavia (Gorizia), Gravner si spingeva oltre, importando dalla Georgia un modo insolito di fare vino, vinificato in anfora in grandi contenitori di terracotta interrati, secondo l'uso della zone di Kakheti, in Caucaso. Era il 2001. E proprio l'intraprendenza del produttore friulano, che guardava al passato per indicare una nuova strada per il futuro, dava inizio a un “movimento” locale impegnato per riportare il vino al suo significato originario.
Con lui, sin dagli inizi, i produttori Angiolino Maule e Daniele Piccin. Insieme, i tre grandi produttori del Nord Est sono protagonisti del filmSkin Contact: Development of an Orange Taste, il documentario sugli orange wines firmato da Laura Michelon e Mike Hopkins per Bottled Films. Trenta minuti per spiegare cosa sono e come nascono gli orange wines attraverso le vicende di chi ha cominciato per primo a sperimentare in Italia, Josko Gravner in prima linea. Presentato in anteprime qualche giorno fa al ristorante La Montecchia di Selvazzano – con Massimiliano Alajmo in cucina per creare un menu in abbinamento ai vini dei tre produttori – il film sarà disponibile online dal 16 giugno – anche con sottotitoli in inglese – sul sito di Bottled Films al costo di 5 euro. Intanto ecco il trailer.
SKIN CONTACT (natural/orange wine documentary) from Bottled Films on Vimeo.