Sinner e la cena da asceta per festeggiare il trionfo all'Atp. Il proprietario del ristorante: "Niente alcolici e piatti healthy"

4 Apr 2024, 13:22 | a cura di
La vittoria dell’Atp 1000 e la doppietta di Mateo Retegui celebrate nel ristorante che il giovane proprietario Andrea Reitano definisce “l’ambasciata italiana” della metropoli in Florida

Nelle ultime settimane la città di Miami ha portato decisamente bene agli atleti italiani. Prima, la metropoli della Florida è stata teatro degli allenamenti che hanno portato alla vittoria, nella limitrofa località di Fort Lauderdale, della nazionale italiana di calcio per 2-1 in amichevole contro il Venezuela grazie alla doppietta del centravanti Mateo Retegui. In seguito poi, in maniera ancora più rilevante, sul cemento dell’Hard Rock Stadium Jannik Sinner ha superato in maniera sorprendentemente agevole il bulgaro Grigor Dimitrov, assicurandosi il torneo Atp 1000 e diventando il secondo tennista più forte al mondo in classifica generale.

La cucina che conquista le star americane

Tra un goal segnato su quello da calcio e un passante assestato su quello da tennis, gli atleti del Belpaese hanno trovato terreno comune nel cibo, e un approdo sicuro nel ristorante Forte dei Marmi, uno dei locali più rinomati e frequentati di South Beach. Un punto di riferimento presente da cinque anni a Miami “che fa un prodotto di qualità riconducibile alla cucina tradizionale italiana”, spiega a Gambero Rosso il giovane proprietario appena trentenne Andrea Reitano.

La tanto amata e rimpianta “cucina della mamma e della nonna”, rievocata tramite l’importazione diretta dei prodotti dall’Italia e un rispetto delle ricette originali che lascia meno spazio alle sperimentazioni. Cibo italiano, servizio ed ambiente, sono le tre chiavi per il successo del Forte dei Marmi che, unite al passaparola, “la migliore forma di marketing” ancora possibile, rendono la presenza degli atleti azzurri ma anche di star celebrate in tutto il mondo come Leonardo Di Caprio e il rapper Drake una naturale conseguenza degli sforzi messi in campo, o meglio, in tavola.

Sinner e la nazionale di calcio celebrano con sobrietà

Essendo clienti paganti del locale, c’è una privacy da rispettare, ma senza sbottonarsi troppo, Reitano parla di Sinner e della nazionale di calcio come “bravissimi ragazzi” dalla “grandissima attenzione alla cucina healthy, salutare”. Nonostante l’occasione per ritrovarsi al Forte dei Marmi fossero i già citati trionfi, nessuno ha esagerato nei festeggiamenti: niente alcolici e pasti “semplici e salutari” consumati “con grande professionalità, in linea con quello che fanno in campo”. No alle sperimentazioni, i piatti della tradizione riconosciuti negli Stati Uniti e a Londra.

Chi, scorrendo il menù del Forte dei Marmi, vorrà sperimentare i tipici piatti italoamericani quali gli spaghetti with meatballs o le fettuccine Alfredo rimarrà a bocca asciutta, giusto prima di ordinare un classico spaghettone di Gragnano o un evergreen come il vitello tonnato. “Non cerco stelle Michelin, mi interessa che si mangi bene e che la gente esca felice”, spiega Reitano. Eppure, pur non ricercandolo, il suo modello di business è riconosciuto, e il suo successo testimoniato dall’esportazione di tale format non solo negli Stati Uniti ma anche in Inghilterra, dove i suoi tre locali Osteria Napoletana, Osteria Romana e Santo Padre, figuravano nella lista dei migliori ristoranti italiani a Londra stilata dal Gambero Rosso.

Il business della cucina italiana

La cucina italiana, croce e delizia per chi vuole fare business in un mercato definito “molto competitivo” da Reitano, soprattutto nelle grandi città, dove i ristoranti che si rifanno ai piatti del Bel Paese pullulano. È il caso, ancora, di Londra, che tra i suoi circa 24mila ristoranti ne conta più di 3mila di questo tipo. “Il Made in Italy rappresenta un vantaggio, perché la nostra cucina è la più apprezzata, ma è anche la più competitiva”, riassume Reitano.

Il fattore nostalgia e quello curiosità

Per un Paese così passionale e così altrettanto legato all’emigrazione come l’Italia, poi, il fattore nostalgia non può non giocare un ruolo cruciale. “Mangiare bene è uno dei più grandi piaceri della vita”, spiega Reitano, individuando, anche nel post-pandemia e nonostante la crescita del delivery, una “grandissima voglia di mangiare fuori” incrementata ulteriormente per un italiano all’estero “cresciuto con i sapori di casa”. E l’idea dietro al Forte dei Marmi è proprio quella di ricreare un clima familiare, che possa fare scendere una lacrima a chi riassapora un ricordo in un piatto e che possa incuriosire gli americani, spesso già innamorati del Belpaese.

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