Cosa c'entrano gli australiani con la protezione della Doc Prosecco a Singapore? La notizia è, innanzitutto, che le bollicine italiane saranno tutelate nel grande hub orientale del vino, a seguito di una sentenza della Corte di appello di Singapore, mercato che si aggiunge così a quelli extra-Ue che garantiranno la difesa della Indicazione geografica italiana. Ma per capire il ruolo dell'Australia in questa vicenda bisogna tornare indietro al 2019.
Lunga contesa legale
In quell'anno, alla luce dell’introduzione della nuova normativa che consente la registrazione delle Indicazioni geografiche, il Consorzio della Doc Prosecco decise di proteggere la denominazione in questo mercato. Dopo l'ok dell’Ufficio per la proprietà intellettuale di Singapore (Ipos), la domanda italiana subì l’opposizione di Australian grape and wine inc. (Agwi), sigla che riunisce i produttori di vino australiani. L’opposizione fu rigettata, Agwi fece appello e ottenne una decisione favorevole. Il Consorzio del Prosecco Doc impugnò la sentenza alla Court of appeal di Singapore, che rappresenta il massimo grado di giudizio nel Paese. Si è arrivati così all'8 novembre scorso, con la decisione finale a favore del Prosecco, che qualche giorno prima aveva dovuto masticare amaro per il fallimento dei negoziati Ue-Australia sul libero scambio e per l'esultanza dei viticoltori australiani, che da decenni producono Prosecco e non intendono riconoscere l'unicità della Ig europea.
Nuova sconfitta per gli australiani
I giudici di Singapore (che per la prima volta si sono espressi in materia di Indicazioni geografiche) hanno sancito che Prosecco è una Ig italiana, protetta anche in questo importante mercato del vino. Secondo il consorzio trevigiano, presieduto da Stefano Zanette, si tratta di una tappa cruciale nella tutela internazionale anche nei confronti dei produttori australiani. Non è la prima volta che Agwi tenta di ostacolare la protezione del Prosecco a livello internazionale. Era già accaduto in Cina, ma con esiti fallimentari. In questa battaglia legale, l'Italia ha avuto il supporto della Commissione europea, della rappresentanza della Commissione europea a Singapore e dell’Ambasciata italiana a Singapore.
Il futuro
«Aspettavamo questo risultato, dopo l’udienza dello scorso agosto - ha ricordato il direttore Luca Giavi - consapevoli che la controparte non era stata in grado di apportare alcun elemento oggettivo a supporto della propria tesi, ovvero che il riconoscimento della nostra denominazione avrebbe potuto confondere il consumatore di Singapore». L'estensione della protezione della Doc Prosecco a livello internazionale non si fermerà, ha annunciato Alessandra Zuccato, responsabile ufficio legale del Consorzio: «Dopo aver coperto i principali mercati, abbiamo già pianificato nuove registrazioni in paesi emergenti, particolarmente rilevanti dal punto di vista turistico e nelle nazioni in cui la normativa sulle Ig è di recente introduzione».
Mercato in forte crescita
Il Prosecco italiano a denominazione esportato a Singapore sta vivendo un buon momento se si considera l'andamento quadriennale: da 1,64 milioni di euro di valore delle esportazioni del 2018 si è arrivati progressivamente ai 2,7 mln del 2022. I primi sette mesi del 2023 sono, tuttavia, in lieve calo rispetto al 2022: da 1,37 mln a 1,28 mln di euro considerando il periodo gennaio-luglio.