S'incendia la faida delle patatine San Carlo, e i figli? Chiamano l'avvocato Taormina

6 Ott 2023, 13:10 | a cura di
I fratelli Susanna e Francesco Vitaloni combattono a colpi di carte da bollo per l’eredità del padre Alberto. Lui accusa lei di averlo plagiato costringendolo a firmare atti a suo vantaggio. A 88 anni soffrirebbe di una malattia neurologica che i medici non riuscirebbero ad accertare

Una patatina molto salata. La San Carlo, azienda leader nella produzione dello snack più popolare che c’è, sta vivendo una faida familiare decisamente lontana dal clima rilassato di un aperitivo. I fratelli Susanna e Francesco si stanno affrontando a colpi di carta bollata all’ombra della malattia del patriarca Alberto Vitaloni, fondatore dell’impero fritto, che però a 88 anni soffre di una malattia neurologica che lo indurrebbe a firmare atti rilevanti per il gruppo di cui è l’ex presidente ma con la capacità di giudizio di “un bambino di 5 o 6 anni” secondo le parole del neurologo Giuseppe Lauria Pinter.

San Carlo Alberto e Susanna Vitaloni

Alberto e Susanna Vitaloni

Sulla base delle quali Francesco ha denunciato la sorella Susanna per “violenza privata, circonvenzione di incapace, sequestro di persona e maltrattamenti nei confronti di un familiare”.

San Carlo 1

Un colosso da 323,8 milioni di fatturato

Il Gruppo San Carlo è leader in Italia nella produzione di snack. Un impero da 323,8 milioni di fatturato annuo (dati del 2022) e in prepotente crescita, addirittura +16,3 per cento rispetto all’anno precedente. L’utile netto è di 15,8 milioni. Qualche anno fa ebbe addirittura un testimonial “fine dining” come Carlo Cracco, ciò che portò lo chef veneto a subire feroci critiche da parte delle anime belle della scena gastronomica ma indubbiamente contribuì a elevare l’immagine di un prodotto che è sì considerato “junk food” ma alla fine, ammettiamolo, piace proprio a tutti.

pubblicità patatina san carlo con carlo cracco

Carlo Cracco ai tempi della pubblicità per la patatina San Carlo

 

Operazioni immobiliari a senso unico

Insomma, una patatina sulla quale non tramonta mai il sole. Salvo il fatto che da quando il patriarca si è ammalato i figli si sono messi a litigare di brutto sull’eredità paterna. Francesco accusa la sorella Susanna, amministratrice della Unichips Finanziaria, la holding che controlla il gruppo, di aver plagiato il padre influenzandone le scelte a suo vantaggio. Secondo l’uomo l’anziano imprenditore sarebbe sequestrato a casa della sorella, che non gli consentirebbe di ricevere le visite degli altri fratelli, e non si conoscerebbero le sue condizioni di salute né da chi è seguito. Tutto questo, secondo gli avvocati di Francesco, Carlo Taormina e Mario Marino, al solo scopo di evitare l’accertamento medico su Alberto che dimostrerebbe la sua incapacità di intendere e di volere e di fatto invaliderebbe gli atti da questi firmati, tra i quali operazioni immobiliari come l’acquisto di case a Milano e in Sardegna del quale Alberto avrebbe poi donato la nuda proprietà alla figlia. Nella storia compare anche il terzo fratello, Michele, che è disabile e del quale non si conosce la sorte. L’ipotesi di Francesco e dei suoi avvocati è che l’uomo sia seguito a livello sanitario da personale obbligato al silenzio per contratto.

La visita medica impossibile
Francesco invoca una visita psichiatrica per il padre, che per opera dei suoi avvocati ha presentato alla procura di Brescia un esposto-denuncia contro l’operato dei giudici milanesi Rossana Guareschi, competente sul caso, e sul giudice istruttore Giovanni Rollero, che non hanno proceduto a “disporre una consulenza tecnica medica con il solo scopo di verificare, in modo oggettivo, se Alberto Vitaloni fosse o meno in grado di intendere e volere”. I due magistrati non sono ancora indagati, ma anche per loro la patatina potrebbe essere indigesta.

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