Un hub strategico a Parigi per la cucina italiana e per i vini più rappresentativi della produzione tricolore, in una posizione a dir poco favorevole: un palazzo storico di sette piani in place Saint-Michel, punto di ingresso del quartiere latino e cuore della rive gauche, comprato da Gruppo Calzedonia, ristrutturato e adibito a sede della filiale francese della società fondata e presieduta da Sandro Veronesi.
Nasce così Signorvino Parigi, prima insegna in Primo locale nella capitale francese, nel cuore della rive gauche in place Saint-Michel. La crescita dei ricavi è stata ottenuta principalmente grazie ai vini rossi e alle bollicine per la catena di enoteche con ristorazione e seconda al di fuori dell'Italia dopo l'inaugurazione, avvenuta lo scorso mese, di uno store a Praga presso il centro commerciale Westfield Chodov.
“Tutto nasceva dall'esigenza di ampliare gli spazi di Calzedonia France”, afferma Federico Veronesi, brand manager di Signorvino. “Dopo l'acquisizione della proprietà immobiliare, abbiamo pensato che un palazzo così bello, con una posizione così favorevole, fosse perfetto per Signorvino.
Così i tre piani inferiori, anziché diventare un negozio Calzedonia, sono stati destinati ai vini e alla cucina italiana. Si tratta di una vetrina certamente importante e prestigiosa e sono convinto che Signorvino abbia tutte le carte in regola per far bene, perché la cucina italiana è la più apprezzata nel mondo e perché i nostri vini sono molto amati anche dai francesi”.
A Parigi, nei tre piani più dehor in place Saint-Michel con vista sull'Île de la Cité e quindi a due passi dalla cattedrale di Notre-Dame, Signorvino può contare su 160 coperti. Il menu dello store parigino è lo stesso dei ristoranti presenti in Italia e la cantina può contare su oltre duemila referenze.
Signorvino: aumento delle vendite
A livello economico, il fatturato di Signorvino è in forte crescita. “Manca ancora il mese più importante, perchè dicembre pesa sia per i consumi nei locali sia per la regalistica, ma siamo molto contenti e otterremo un risultato in aumento a doppia cifra”, precisa il general manager Luca Pizzighella. Il giro d'affari dovrebbe superare gli 80 milioni di euro, considerando anche i ricavi dei negozi in affiliazione, per un fatturato di circa 60 milioni. La crescita è stata particolarmente rilevante per i vini rossi, che oggi rappresentano il 45% delle vendite totali, e per le bollicine, che potrebbero arrivare al 35% a fine anno. “Gli Champagne, introdotti da un anno, pesano ormai un 10% delle vendite totali e non nascondo che, al momento del lancio, eravamo convinti potessero anche fare di più, ma siamo molto contenti perché non hanno sottratto quote di mercato alle bollicine italiane metodo classico come Franciacorta, Trentodoc e anche Alta Langa, che stanno andando benissimo”, precisa Pizzighella. Tra i rossi il risultato appare eccellente per le produzioni delle maggiori regioni italiane: “Abbiamo fatto un ottimo lavoro con le etichette del Veneto, Piemonte, Toscana, ma anche la Puglia è in forte crescita. A spingere il risultato sono state anche le etichette di piccoli produttori, frutto di una nostra attenta ricerca, e di vini naturali, di cui oggi offriamo un'ottima selezione”.
In prospettiva, Signorvino guarda all'estero per ulteriori aperture. “Vorremmo arrivare a Londra, entrare in altre capitali europee e poi guardare anche al di fuori dell'Europa. La strategia aziendale non prevede aperture spot ma programmi precisi per strutturarsi all'interno di ciascun mercato nazionale”, conclude il general manager di Signorvino.