Taglio del nastro non ancora avvenuto per il nuovo store firmato Farinetti in piazza della Repubblica (previsto a breve). Dalle ceneri di un ex McDonald's, sorgerà la terza sede romana del tempio del made in Italy (dopo il grande megastore di Ostiense e il fast food su Via Veneto), che vedrà la collaborazione fra Eataly e il gruppo Ethos. Ma cosa comporta la partnership? Oscar Farinetti questa volta, dopo l'accordo con la catena alberghiera Starhotels, fa siglare il compromesso al figlio Francesco, che dichiara di aver da sempre condiviso una “comunità di valori e di intenti” con il gruppo Ethos.
Il partner
L'amministratore delegato di Ethos, Beppe Scotti, da parte sua commenta: “ potremo sperimentare un modello di business diversificato in cui la ristorazione è affiancata al mercato” un format, dunque, che coniuga esclusività dei prodotti di nicchia a una distribuzione settorializzata e organizzativa.
Il gruppo Ethos, che possiede ad oggi quattro ristoranti e diversi servizi catering, segue la filosofia dell'ecosostenibilità. Carta riciclata, raccolta differenziata, lampade a basso consumo e prodotti a km 0, tutte iniziative che vanno a braccetto con l'obiettivo di eccellenza e biologico per cui propende Eataly.
Le polemiche
Come Farinetti, anche Scotti è stato centro di diversi dibattiti. Può un'azienda che parla di moralità, facendo di questa il suo nome, acquistare e pubblicizzare delle steak house? Le critiche da parte di vegetariani e vegani si sono scatenate sul web.
Una partnership che, al di là delle critiche, promette molto: nel cuore di Roma (in un angolo degradato di città, esattamente come lo era l'Air Terminal di Ostiense prima dell'arrivo di Eataly in quelle lande), gli amministratori delegati delle due aziende si ritrovano faccia a faccia a cercare di tenere alto il nome delle eccellenze italiane.