In Sicilia agricoltori in piazza per chiedere interventi contro la siccità. Coldiretti punta il dito contro l'immobilismo della Regione

30 Mag 2024, 07:14 | a cura di
In 20mila circondano Palazzo d'Orleans per chiedere risposte. Il governatore Schifani si dice aperto al dialogo e rammaricato per l'iniziativa del sindacato agricolo che ora annuncia un presidio ad oltranza

Erano in circa 20mila tra agricoltori e allevatori in piazza a Palermo, martedì 28 maggio. La siccità e l'immobilismo delle istituzioni sul banco degli imputati.  Coldiretti ha chiesto «interventi immediati contro una siccità devastante, causata dal clima e da anni di incuria, che ha praticamente azzerato i raccolti e fa strage di animali nelle stalle, rimasti senza acqua né cibo».

Situazione grave e fondi in ritardo

Un lungo corteo ha portato i manifestanti davanti a Palazzo d'Orleans, la sede della Regione Siciliana. Per il sindacato è proprio la Regione, la cui giunta è presieduta da Renato Schifani, la «prima responsabile della drammatica situazione». Dopo mesi di mancanza di pioggia la situazione si è aggravata per la mancanza di interventi istituzionali necessari a garantire la «disponibilità di acqua, tra strutture e tubazioni fatiscenti che disperdono anche quella poca presente». La Coldiretti ha chiesto misure immediate a sostegno delle imprese agricole, su cui pesano sia gli effetti della penuria idrica sui raccolti ma anche dei costi di produzione che sono triplicati «a partire dal prezzo dei foraggi per dare da mangiare agli animali, ma anche della stessa acqua, con le bollette che hanno raggiunto cifre astronomiche».

Appello al Governo per accelerare i tempi degli aiuti

«Stiamo macellando anni di lavoro», «Senza agricoltura non c'è cibo», sono stati alcuni messaggi comparsi sui cartelli degli agricoltori scesi in piazza su iniziativa della Coldiretti che, con Bonifiche Ferraresi, Consorzi Agrari d'Italia e Fedana, porterà alle stalle del fieno per gli animali, per circa un milione e mezzo di chili, che serviranno come aiuto temporaneo. Mercoledì 29 maggio, il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha annunciato in Senato un emendamento al Dl Agricoltura proposto da Fratelli d'Italia che prevede uno stanziamento di 15 milioni di euro per le imprese colpite dalla siccità. Il sindacato presieduto da Ettore Prandini chiede di accelerare i tempi dell'erogazione dei fondi. «Stiamo correndo il serio rischio di perdere un patrimonio agricolo italiano unico - ha concluso il presidente di Coldiretti Sicilia, Francesco Ferreri - che è anche la sola forma di reddito nella maggior parte della Sicilia».

La solidarietà dell'Anbi

Piena solidarietà agli allevatori e agricoltori siciliani è stata espressa da Anbi (Associazione nazionale dei consorzi di gestione e tutela del territorio e delle acque irrigue): «Vogliamo dare un segnale di speranza, perché le soluzioni ci sarebbero, se solo la Regione Sicilia esprimesse una vera volontà di abbandonare logiche emergenziali e dal respiro cortissimo - dichiara Francesco Vincenzi, presidente dell’Anbi - valorizzando innanzitutto le professionalità presenti nei Consorzi di bonifica, che vanno restituiti al democratico autogoverno dopo quasi 35 anni di commissariamento».

La risposta della Regione e il presidio a oltranza

Il governatore Schifani, rammaricato per alcune valutazioni della Coldiretti nei confronti del governo regionale, ha parlato di estrema disponibilità al dialogo precisando che «occorre essere consapevoli che bisogna individuare i percorsi più idonei dal punto di vista amministrativo e finanziario». La Regione ha recepito la proposta dell'associazione per rendere più immediato il pagamento agli imprenditori per l'acquisto di foraggio. L'incontro dei funzionari regionali col sindacato è servito anche valutare le percorribilità di un piano straordinario di gestione della fauna selvatica, la moratoria dei debiti delle imprese agricole e agroalimentari e l'istituzione di un tavolo politico e strategico sulle tematiche generali del settore agricolo. Ma la Coldiretti Sicilia non si è limitata al corteo, organizzando un presidio a oltranza di fronte ai palazzi regionali fino a che il settore non otterrà misure concrete.

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