Freixenet, uno dei nomi più famosi tra i Cava, le più famose bollicine spagnole, ha annunciato l'avvio della cassa integrazione per 615 lavoratori a partire da maggio. La decisione, motivata dalle gravi condizioni di siccità, è stata annunciata dall'azienda, ora sotto la proprietà congiunta del gruppo tedesco Henkell e della famiglia Ferrer.
Meno bollicine per tutti
La riduzione della forza lavoro riflette l'adeguamento strategico dell'azienda al previsto calo del 30% della capacità produttiva dovuto alla persistente carenza d'acqua nella regione spagnola di El Penedes. Nel 2023 sono state prodotte 80 milioni di bottiglie in meno per lo stesso motivo. Nonostante il fatturato di 1,2 miliardi di euro nel 2023, con un aumento del 4,1% rispetto all'anno precedente, l'azienda, prevede ulteriori turbolenze finanziarie. A tal proposito Pedro Ferrer, amministratore delegato di Freixenet, in un'intervista al quotidiano El Economista, ha espresso preoccupazione per la siccità che sta colpendo la regione: «L'incertezza causata dalla mancanza di uva materiale derivante dalla grave siccità ci sta colpendo dal 2021 e con particolare impatto nel 2023 nella zona di El Penedes», ha dichiarato.
La risposta delle cantine
Per mitigare l'impatto della siccità, la DO Cava ha adottato misure proattive istituendo un fondo per fornire vino di base come riserva per i futuri cattivi raccolti, una strategia simile a quelle di altre regioni vinicole note come la Rioja e lo Champagne. Una misura che mira a tamponare le carenze previste e a sostenere la resilienza del settore contro le sfide indotte dal clima. Con le trattative in corso con il Dipartimento delle Imprese della Generalitat e il dialogo con i sindacati, l'azienda spera di superare questi tempi difficili mantenendo la sua posizione nel mercato globale del Cava.
La drammatica siccità che affligge la Spagna
Il problema della carenza di risorse idriche è un problema che sta colpendo la Spagna ormai da quasi tre anni. Se ne sono accorti gli olivicoltori, in particolare quelli dell'Andalusia, che da un paio di anni vedono i loro raccolti dimezzati con il relativo calo produttivo che ha fatto alzare i prezzi dell'olio a livello mondiale. I problemi si sono mostrati anche in questi primi mesi del 2024 con i dati del primo trimestre che evidenziano come sia stato il più caldo della storia dal 1961 quando sono iniziate le rilevazioni. A febbraio, Barcellona ha dichiarato l'emergenza siccità, imponendo severe restrizioni idriche in gran parte dell'area circostante. Anche in Andalusia i bacini idrici sono scesi a livelli di allerta nei primi due mesi dell'anno. Con l'estate alle porte anche i forti acquazzoni di qualche giorno fa hanno fatto poco per alleviare la siccità tanto che i livelli dei bacini idrici in Catalogna, che soffre di una prolungata siccità da circa tre anni, non hanno registrato miglioramenti significativi.