Si ferma l'export francese di vino e alcolici. La Federazione Esportatori: "Il mercato ha tenuto malgrado la crisi"

14 Feb 2014, 14:00 | a cura di
Presentato a Parigi il bilancio 2013. Meglio lo Champagne del Bordeaux, che perde quote di mercato. Forte calo in Cina. Gli esportatori puntano ora su India, Vietnam, Thailandia e Mercosur

L'export francese di vino e alcolici si ferma nel 2013, dopo una crescita ininterrotta dal 2009, con il saldo commerciale che perde terreno, passando da 9,9 a 9,8 miliardi dopo quattro anni di trend al rialzo. Il bilancio presentato a Parigi dalla Fevs, la federazione francese degli esportatori di vino e alcolici (che rappresenta l'85% del totale nazionale), parla chiaro: i guadagni della filiera scendono dello 0,4% a 11,1 miliardi di euro a fronte di volumi che segnano -3,3%, a 200 milioni di casse. Il solo segmento vini, che vale 7,6 miliardi di euro, ha perso il 3,1% in volumi e lo 0,1% in valore. Il presidente di Fevs, Louis-Fabrice Latour preferisce guardare il lato positivo: "Abbiamo consolidato il livello raggiunto nel 2012 dal nostro comparto, che occupa 30mila addetti, 300mila considerando l'indotto, in un anno complessivamente difficile per il mercato mondiale del vino. Il nostro settore resta uno dei principali motori della bilancia commerciale francese, secondo solo all'aeronautica".
Tra le tipologie, le bollicine (+0,9% in volumi e +1,9% in valore) hanno compensato le perdite dei vini fermi (-3,6% in volumi e -1,1% in valore). Lo Champagne, in particolare, ha fatturato di 2,2 miliardi di euro, in crescita dell'1,3% malgrado il -0,3% in volume. Tra i fermi, perde terreno il Bordeaux: -2,4% a 25 milioni di casse e -6,7% in valore a 2,1 miliardi di euro; mentre la Borgogna lascia sul terreno il 2% in quanità e guadagna l'1,1% superando i 700 milioni di euro. Prosegue il calo del Beujolais (-12,8% in volumi e -7,3% in valore); bene i Côtes du Rhône (+4,2% e +7,8%).

Sul fronte dei mercati del vino transalpino, il Regno Unito (prima piazza di destinazione con il 16% delle quote in valore) cede il 3,8%, ma anche Cina (forte calo di vendite dei Grand crus di Bordeaux) e Giappone sono in terreno negativo con -15% e -5,6%. Bene gli Usa (secondo mercato, con +0,7%) e Germania (+4,1%). Il Belgio, quarto mercato in valore, ha guadagnato lo 0,5% perdendo il 3,3% in quantità. Forte diminuzione dell'export di vino verso l'Italia, che per la Francia è il dodicesimo Paese di destinazione, con l'1,4% delle quote in volume: spedite 2 milioni di casse, il 29% in meno rispetto allo scorso anno, con valori scesi del 5%. Bene invece il Nord Europa con Svezia (+21%), Danimarca (+4%), Finlandia (+7%) e Norvegia (+47%).
Il comparto spirits, dominato dal Cognac, ha esportato 50,7 milioni di casse, il 3,9% in meno sul 2012, con valori che sono scesi dell'1,1% a 3,4 miliardi di euro. Assieme a Champagne e Bordeau, il Cognac rappresenta il 60% del totale esportato.

Nella sua relazione, Latour ha fatto notare come la crescita dell'export francese di vino e spirits si leghi, da un lato, all'apertura di nuovi mercati, come India, Vietnam, Thailandia e Mercosur; dall'altro, alla lotta contro le barriere sul libero scambio, soprattutto in Canada e Brasile. "Il mantenimento dei livelli di performance nel 2013" ha concluso il presidente della Fevs "non ci deve far dimenticare il progressivo calo delle nostre quote sui principali mercati stranieri e gli ostacoli crescenti con cui dobbiamo continuamente confrontarci per esportare i nostri prodotti. Quindi, non è questo il momento per crogiolarsi ma è l'ora di attivarci per tenere alta la nostra capacità di crescita, di investimenti e innovazione nei prossimi anni".

www.fevs.com

a cura di Gianluca Atzeni

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