Fare ristorazione, italiana, a San Francisco
Si può fare ristorazione italiana all'estero? Sì, e pure bene. Di storie di connazionali appassionati di cibo – quello che promuove l'autentica cultura made in Italy nel mondo – che si rimboccano le maniche per esportare la nostra identità gastronomica ne abbiamo raccontate molte. Come quella della pinseria di San Francisco, che nella metropoli californiana ha importato uno spaccato romano fatto di impasti a lunga lievitazione, farine selezionate e ingredienti della tradizione tricolore, dalla bottarga alla stracciatella, al simil “garum” di memoria imperiale. Così, da oltre un anno, Gianluca Legrottaglie e sua moglie gestiscono il laboratorio di Montesacro (come hanno scelto di ribattezzare il locale, dal nome di un quartiere della Capitale) con il merito di aver fatto scoprire a questa parte d'America un prodotto alternativo alla pizza. Ma la compagine italiana impegnata in progetti di ristorazione a San Francisco è ben più numerosa, e costituita in una vera e propria comunità di amici che condividono sfide e aspettative per il futuro. Senza dimenticare le proprie origini. Insomma, il contesto ideale per il maturare dell'iniziativa di solidarietà che andrà in scena il prossimo 25 settembre. Dall'altra parte dell'oceano, per sostenere i territori devastati dal terremoto che ha spazzato via paesi interi al confine tra Lazio, Marche, Umbria ed Abruzzo. Un'altra bella prova che dimostra la capacità di far fronte comune, ma pure l'eco che la tragedia ha avuto nel mondo, raccogliendo anche il sostegno di tanti protagonisti della ristorazione italiana e internazionale.
La giornata di beneficenza. A tavola
Nella metropoli dalla West Coast californiana l'appuntamento è stato ribattezzato SF Amatrice, e promosso dai proprietari del ristorante italiano 54 Mint, la stessa squadra che ha intrapreso il progetto della Pinseria nel 2015. Con loro, domenica 25, per 4 turni di servizio dalle 12 alle 20, ci saranno tanti altri chef, pizzaioli, pasticceri e produttori legati a doppio filo con il Belpaese, ospiti per un giorno nelle cucine del locale di Mint Plaza per raccontare al pubblico la tradizione italiana a tavola e raccogliere le donazioni per la ricostruzione del Comune di Amatrice. Tutto il ricavato – 75 dollari a persona è la quota d'entrata, ma sono ben accette anche donazioni più generose – sarà devoluto in beneficenza. In menu l'immancabile pasta all'amatriciana, una selezione di antipasti all'italiana, la pinsa, vino made in Italy, i classici della miscelazione, dolci e gelato a volontà. A cucinare gli chef di Octavia, Delfina e Acquerello, insegna particolarmente blasonata (due stelle Michelin), che da oltre 25 anni propone la cucina italiana in città. Sul sito dell'iniziativa è ancora possibile acquistare un biglietto: se vi trovate a “passare” da San Francisco c'è una buona occasione in più per sostenere Amatrice.