Sequestrati 40 kg di carne di cinghiale, scoperti due bracconieri a Genova

11 Ott 2023, 14:36 | a cura di
La denuncia è per furto aggravato di fauna selvatica, ma anche inosservanza dei provvedimenti dell’autorità in materia sanitaria. Una gabbia abusiva ritrovata nei boschi ha portato alla scoperta di due bracconieri a Genova.

Due balestre, decine di dardi con punte da caccia e 40 kg di carne di cinghiale congelata e porzionata in diversi sacchetti: è il bottino sequestrato a due bracconieri di Genova dai Carabinieri Forestali lo scorso venerdì 6 ottobre. La carne è ora sotto esame per rilevare presenza del virus della peste suina africana.

Le attività di bracconaggio a Genova

L’indagine è partita dal nucleo forestale di Rivarolo, dopo aver trovato una gabbia abusiva per la cattura dei cinghiali nei boschi che circondano la città. Durante le perquisizioni, i Carabinieri Forestali hanno scoperto i due responsabili, bracconieri che, tra le altre cose, avevano una ricca scorta di carne. Affidata, ora, all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, che penserà ad analizzarla per individuare eventuali tracce della PSA. Una malattia non trasmissibile all’uomo ma infettiva tra tutti i suidi: ha un periodo di incubazione di circa venti giorni, non esiste un vaccino e la morte, purtroppo, è certa. Un virus della famiglia degli Asfarviridae, che colpisce suini domestici e selvatici: il contagio avviene con contatto diretto tra animale e animale, ma anche con l’ingestione di prodotti di origine animale suina, scarti di cucina che possono essere contaminati perché derivati da animali infetti.

La peste suina africana in Liguria

La Liguria è una delle regioni più colpite. Si stima che, da fine 2021 a oggi, siano stati riscontrati quasi 450 casi: dal 1 settembre 2023 è entrata in vigore l’Ordinanza del Commissario Straordinario alla Peste Suina Africana n. 5/2023, che regolamenta le attività all’aperto; manifestazioni e raduni con più di 20 persone, per esempio, in aree non delimitate o prossime alle strade asfaltate, sono soggette ad autorizzazione da parte dell’autorità comunale. La caccia di frodo (il bracconaggio) è un fenomeno purtroppo ancora esistente, sempre denunciabile, ancor più grave in un territorio simile e in un periodo come quello attuale, quando la battaglia alla PSA sta portando all’abbattimento di moltissimi animali.

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