Si chiamerà Semplice e aprirà a brevissimo, prima decade di novembre, sotto i portici del Palazzo Sersanti nella centrale piazza Matteotti di Imola a due passi dal nuovo locale del pasticcere Sebastiano Caridi (qui la nostra anticipazione). E' il nuovo progetto gastronomico dello chef Max Mascia del ristorante San Domenico. Lui stesso firmerà il menù, ma è anche parte della nuova società nata per gestirlo e della quale fanno parte altri due nomi del bistellato più longevo d'Italia, del quale loro tre insieme rappresentano le nuove leve: il sommelier Francesco Cioria e il maître, e cugino dello chef, Giacomo Marcattili. A loro si aggiunge l'amico assicuratore di professione e appassionato di gastronomia Davide Camanzi.
Da più angolazioni, tutti e quattro hanno maturato esperienza sul campo e insieme hanno deciso di compiere l'impresa. «San Domenico è la nostra chiesa, questa sarà la nostra casa, faremo spesso avanti e indietro - dice Max Mascia al Gambero Rosso mentre sovrintende le ultimi fasi del cantiere di piazza Matteotti - . Questo locale è qualcosa di diverso, nel quale vogliamo dimostrare che anche le cose più... semplici possono essere fatte con cura e alta qualità. La cucina buona non è solo quella stellata, inoltre per noi questo luogo potrà anche diventare una sorta di “vivaio” per i nostri collaboratori futuri, non solo per trasmettere la tecnica ma anche per testare l'attitudine al lavoro. Io sono stato il più fortunato del mondo, ho imparato tutto al San Domenico con i miei zii Valentino e Natale, ci ho pensato su e ora credo di poter cominciare a trasmettere qualche cosa anche io ai più giovani. Lo staff del nuovo locale sarà composto da una decina di persone; il menù lo firmo io ma la cucina sarà curata da Samuele Mazzocchetti, da 6/7 anni al mio fianco al San Domenico, che qui metterà già la sua mano».
Cocktail e cucina
Mascia non definisce Semplice proprio un bistrot, la dicitura in aggiunta al nome è “cucina e cocktail”. Il punto di accesso al locale è infatti una grande bottigliera e un lungo bancone con una decina di sgabelli sotto un' illuminazione d'atmosfera dove mixology, curata dal barman Marino Russo, e cucina veloce si incontreranno a partire dall'ora dell'aperitivo fra le 18 e le 20. Non sarà un bar, ma un punto di accoglienza «con piccole porzioni per accompagnare il bicchiere - svela Max Mascia - ci sarà la pappa al pomodoro, una zucca al forno con crumble dei suoi semi, un buon pane con un olio selezionato o con burro di malga e alici, ma anche un blinis con robiola e caviale». Un momento fine a se stesso o prologo eventuale della cena per la quale ci si può accomodare nelle due sale successive con una decina di tavoli da due o quattro persone, più uno grande e conviviale da otto posti in una nicchia speciale. Trentacinque, massimo quaranta posti a sedere fra le pareti verde salvia, e un arredamento che sarà «semplice, ma non banale con qualche oggetto pensato ad hoc da architetti e arredatori della città con cui lavoriamo di solito - spiega lo chef e patron -. Non ci saranno tovaglie, ma non si mangerà sul tavolo nudo. Saremo aperti lunedì, una giornata in cui tradizionalmente tutti i locali chiudono, avremo come giorno di chiusura il martedì più il mercoledì a pranzo».
In carta
Il menu prevede una decina di piatti «che non saranno distinti fra antipasti, primi e secondi, ognuno sarà libero di scegliere il proprio ordine - spiega Mascia -. I primi ovviamente saranno riconoscibili, ma si uniscono alla pari a piatti di carne e pesce. La carta sarà uguale a pranzo e a cena con una aggiunta di un piatto unico a mezzogiorno, mentre la sera si aggiungeranno alcuni fuori menù». Ma cosa ci sarà nel menù di Semplice? Mascia spoilera col contagocce: agnello a scottadito, animelle con salsa di senape, tortellini alla panna e tartufo, ravioli al coniglio e melanzane al formaggio di fossa, hummus di ceci con cavolfiore grigliato, spuma di porri e patate con briciole di pane al pomodoro.
«Il menu varierà spesso, ma non tutto in una volta -specifica lo chef - poi quello che non dovrà mai mancare in carta lo decideranno mano a mano i nostri clienti. Vedremo dopo un po' quale sarà il nuovo “uovo in raviolo” o meglio il nuovo “raviolo alla Semplice”». Fascia di prezzo 45/50 euro vini esclusi, target prefissato: «Un pubblico curioso che abbia voglia di qualcosa di diverso, un punto d’incontro tra appassionati della buona tavola che vorremo accogliere con calore, cordialità genuina».