Sei ubriaco? Che dio tassista. Senza apostrofo, sia chiaro. Perché secondo il ministro dei Trasporti, delle Infrastrutture e delle Idee Brillanti Matteo Salvini i giovani usciti brilli dalle discoteche dovrebbero avere a loro disposizione un’auto bianca gratuita disposta a portarli a casa, o comunque da qualche altra parte, purché si tolgano dai piedi.
Il flop del primo fine settimana di sperimentazione
La sperimentazione è partita lo scorso fine settimana davanti a un frequentato locale di Jesolo, il Muretto. Non è andata granché bene. Non c’è stato nemmeno bisogno di una calcolatrice, bastavano due mani. Pare che solo sette giovani nottambuli alticci abbiano deciso di approfittare del passaggio gratuito, su una platea di qualche migliaio di euforici giovani presenti. I sette si sono visti scaricare davanti alla più vicina stazione dei pullman, del loro destino nulla è dato sapere. Gli altri locali che avrebbero dovuto partire con il “taxi di cittadinanza alcolica”, uno a Mantova, uno a Gallipoli, uno a Salice Terme, uno a Gabicce Mare e l’ultimo a Castiglion della Pescaia, per qualche oscuro motivo hanno “paccato” l’appuntamento, e pare che nessuno se ne sia lamentato o comunque accorto.
L'idea: Salvini segue l'influencer vincitrice del Grande Fratello Vip
L’idea salviniana pare sia stata partorita da un’influencer, che dico, addirittura dalla vincitrice dell’ultima edizione del Grande Fratello Vip, tale Nikita Palizon, evidentemente tenuta in grande considerazione dalle parti del ministero di via dell’Arte (un nome che dà a tutta la vicenda una chiave di lettura interessante, non trovate?) assieme a uno spregiudicato team di content digital creator - qualsiasi cosa voglia dire - che hanno affiancato i polverosi tecnici ministeriali in una riunione convocata dopo l’incidente di Casal Palocco, periferia romana, dove un gruppo di youtuber a caccia di like su una Lamborghini a noleggio ha travolto e ucciso un bimbo di cinque anni.
Il limite dei 30 chilometri nel comune della discoteca
Per salvare le anime alcoliche perse nelle notti di tenebre e cavalli vapore, Salvini e il suo variopinto pensatoio hanno pensato di mettere a disposizione di chi esce dalla disco con un tasso alcolemico superiore allo 0,5 per cento, un passaggio a spese del ministero, quindi a nostre spese, verso casa. Verso, perché il taxi è autorizzato al massimo a percorrere 30 chilometri nel territorio dello stesso comune della discoteca. Viaggio al termine della notte, ma senza sconfinamenti extracomunali, giammai. Il giovane si sottopone al test del palloncino e se supera la linea rossa del mezzo grammo di alcol per litro di sangue può chiedere alla direzione della discoteca un voucher pagato dal ministero per farsi scarrozzare verso la salvezza. Gli astemi, i morigerati, i tirchi, che si arrangino.
Le critiche al taxi per i brilli
Il bizzarro progetto salviniano, su cui l’esponente leghista puntava molto per apparire saggio e paterno agli occhi degli accigliati genitori, è stato molto criticato dalle opposizioni e dai quotidiani, a leggere i quali parrebbe proprio che il ministro non ne abbia azzeccata una. Intanto: è giusto che i soldi delle nostre tasse vengano utilizzati per finanziare il divertimento alcolico dei nostri pargoli? Non sarebbe meglio, ha detto qualcuno, pensare a taxi gratuiti per gli anziani, per le donne sole, per i disabili? Ma che diamine, questo è benaltrismo! Un’emergenza per volta, mettetevi in fila, ma dopo un congruo numero di “shottini”.
E poi: sarà mica che così si finisce per incentivare e addirittura premiare la devianza etilica delle giovani generazioni? Detto che i suddetti non hanno probabilmente alcun bisogno dell’endorsement governativo per sballarsi di alcol il sabato sera, è comunque piuttosto indisponente agli occhi dei benpensanti che possano farlo a fronte di uno stanziamento ministeriale. Se hai i soldi per quattro vodka lemon, puoi anche pagarti di tuo un taxi in condivisione con gli amici, che diamine.
Senza contare che far salire in auto un ubriaco è un rischio: nella migliore delle ipotesi che si senta male (e allora chi paga la pulizia del taxi?), nella peggiore che faccia gesti pericolosi, per se stesso e per il conducente. Come la mettiamo in questi casi?
Resta il senso di un’occasione mancata, di una risposta ebbra a un problema vero, di un progetto pasticciato e illogico, di una messa in scena estiva a uso visibilità da parte di un ministro condannato a vivacchiare, poverino lui, all’ombra della premier Meloni. Magari l’anno prossimo si potrà escogitare qualcosa di più sensato. O magari anche no. Basta non bere prima.