Nell’immaginario collettivo, probabilmente, il malgaro è un’attività che si tramanda di generazione in generazione. E invece non è così. O, meglio, non sempre. In Italia esiste infatti una scuola per trasformare appassionati di alpeggio e formaggi in veri e propri custodi della montagna.
Cosa fa il malgaro
Tecnicamente il malgaro è una figura addetta alla custodia e al governo del bestiame che pascola nelle malghe, pascoli estivi di montagna. Nella realtà dei fatti è un lavoro un po' più complesso, scandito dai ritmi di vita degli animali stessi, che inizia alle 4 del mattino a prescindere dalle condizioni meteorologiche. Il malgaro nutre, controlla e infine munge le mucche. Poi si occupa della pulizia dei macchinari, delle stalle e degli altri ambienti. Levatacce e sacrifici vengono ripagati dalla qualità e dai prodotti caseari: formaggi buonissimi, pregiati, che sanno di montagna. Col tempo c’è chi all’attività della malga ne ha sapute accostare altre con sapienza e ingegno, si pensi alle esperienze di mungitura oppure ai soggiorni immersi nella natura e con la colazione più genuina di sempre.
La scuola per diventare malgari
Ecco, la vita lenta a quanto pare fa gola a molti. Tanto che, appunto, è nata anche una scuola per diventare custodi della montagna. Il progetto nasce da un’intuizione di Danilo Gasparini, docente di Storia dell’agricoltura e dell’alimentazione all’Università di Padova. È riuscito a metterlo in piedi con il supporto di Valsana Srl, azienda trevigiana di Godega di Sant’Urbano che distribuisce formaggi, salumi e prodotti gastronomici di alta qualità, e di Michele Pozzobon, imprenditore trevigiano legato al mondo della ristorazione. Tra le partnership, anche quella con l’università di Padova, mentre Aida - Associazione italiana di Agroecologia ha dato il proprio patrocinio insieme alla Biblioteca internazionale La Vigna.
Cosa si studia
Il 16 marzo sarà presentato il percorso formativo della nuova edizione, ma sono già 60 in questi anni le persone che, volontariamente, hanno deciso di fare i malgari. Si tratta per lo più di donne. Il corso non è tutta pratica: ci sono da studiare storia e antropologia, poi ci sono il corso sulle trasformazioni del latte, quello di “formaggi in cucina”, quello sulla gestione di un’impresa e sulla creazione del valore economico e ancora le degustazioni, le testimonianze di chi questo lavoro lo fa ogni giorno, con l’obiettivo di restituire valore alla montagna e al ruolo del malgaro. Colui che tiene in vita i pascoli, favorisce la reintroduzione di specie locali, garantisce la conservazione della biodiversità e dei paesaggi. Dopo aver appreso le basi, ci si sposterà alla Malga Telvagola, nel Comune trentino di Pieve Tesino.
I dati
La montagna occupa oltre un terzo di tutto il territorio nazionale e rappresenta un patrimonio inestimabile in termini di biodiversità, economici, sociali e culturali, che va preservato dal rischio dell’abbandono e del degrado, soprattutto alla luce degli importanti cambiamenti climatici a cui assistiamo. Questo, insieme alla volontà di alcuni di fuggire dalla vita sempre più frenetica che si fa specialmente nelle grandi città, ha dato il via a una nuova generazione di imprenditori che hanno fatto della terra il loro futuro. A livello nazionale il numero di giovani che intraprendono attività agricole è in forte crescita: l’ultima analisi di Coldiretti su dati Infocamere e Unioncamere 2014-2023 parla di +12,8% di imprese agricole under 30, oltre 4 mila in numeri assoluti. Non si può dire che lo stesso stia accadendo nei territori montani, per loro natura più ostici e complessi. Ma forse è solo questione di tempo.