Cosa è Scale del Gusto
Un festival “verticale” quello ideato cinque anni fa da un ragusano lungimirante, Giovanni Gurreri, e dall’associazione di promozione turistica Sud Tourism. Le scale - le centinaia di gradini che uniscono gli strati di Ibla e i suoi vicoli di “tufi silenziosi e ardenti”, come li descriveva Gesualdo Bufalino, insomma quelle che solitamente vengono considerate un ostacolo- sono state per il quinto anno le protagoniste di una manifestazione che interpreta il racconto del cibo come un ambito della cultura e per questo lo mette in comunicazione con le altre discipline della cultura, dalla musica alla letteratura, dalla storia all’arte.
Scale del Gusto e Ragusa Ibla
Arte che pervade ogni angolo di questo tortuoso miracolo dell’uomo, palazzi antichi da cui si intravedono campanili e chiese, oltre cinquanta in un susseguirsi da far girare la testa, molte aperte per l’occasione, fino a tarda sera, ad accogliere e conquistare i visitatori (tantissimi stranieri) come solo il barocco sa fare. Scale del Gusto ha pervaso anch'esse – patrimonio tutelato dall'Unesco - dalla più bassa, la Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio, alla più alta e straordinariamente panoramica, la duecentesca Santa Maria delle Scale, punto limite tra Ibla e Ragusa superiore, ricostruita dopo il terremoto del 1693, l’anno zero che diede vita al tardo barocco.
Gli artigiani in mostra e gli incontri
In questa ascesa quasi mistica, in mostra artigiani, vignaioli, birrai, casari, contadini, panificatori, il territorio in un grande e frammentato mercato, tra scalini e corti, tra ciclamini e catene di luci. Numerosi gli incontri che hanno cercato di approfondire virtù e vizi di un territorio contrastato come quello siciliano: si è parlato di food tourism, ma anche di processi di riattivazione urbana, con accademici delle università di Palermo e Catania, architetti, esperti di comunicazione enogastronomica e giornalisti.
Incontri tra cucina e letteratura
Con la sezione Il gusto della Letteratura alcuni scrittori siciliani (tra questi, la palermitana Giuseppina Torregrossa, nota per “L'assaggiatrice” e “Il conto delle minne”) si sono cimentati in narrazioni e ricette a quattro mani con cuochi: nel caso della Torregrossa, ad affiancare il suo racconto c'era il biancomangiare alle mandorle dello chef Claudio Ruta (del ristorante La Fenice di Ragusa).
Laboratori e approfondimenti gastronomici
E poi laboratori sensoriali, incontri e approfondimenti guidati da cuochi, esperti o produttori per conoscere da vicino i prodotti del territorio: tanti gli appuntamenti in programma, dalla verticale di Ragusano Dop all'immersione nel rito, tutto ragusano, della scaccia. Il settecentesco Palazzo Cosentini ha poi ospitato durante i tre giorni della manifestazione banchi d'assaggio e masterclass sul vino, permettendo l'approfondimento delle zone di produzione di Vittoria, dell'Etna e del Val di Noto.
Si, ma il cibo? Ovviamente protagonista. Dallo street food servito nell'Antico Mercato alle Cene con vista, inserite in luoghi a dir poco suggestivi, come il belvedere della Chiesa di Santa Lucia, nate dalla collaborazione tra l'Associazione Cuochi Iblei e la condotta Slow Food di Ragusa, e che hanno ospitato anche mani blasonate come quelle di Accursio Craparo e di Corrado Assenza.
Lungo le scale, tra pianerottoli e antichi portali, una gioiosa fiera del mangiare siciliano (ma anche di vino, birra, prodotti agricoli e artigianato), in una kermesse che ha visto protagonisti una quarantina di produttori in arrivo dal ragusano e non solo.
Porte aperte a Scale del Gusto
La spinta, però, è stata anche quella di portare i visitatori nelle aziende, perché, sostengono gli organizzatori di Scale del Gusto, “per conoscere la cultura di un territorio è necessario viverlo”. Infatti, all'interno della sezione Porte aperte, alcuni produttori del territorio hanno aperto al pubblico le proprie aziende, per condividerne storia, produzioni e per far scoprire le antiche lavorazioni. In programma varie degustazioni e visite guidate di grande interesse, da La Timpa di Ragusa, azienda agricola virtuosa che produce grani duri siciliani e custodisce un antico mulino ad acqua, alle imprese vinicole che hanno organizzato visite in cantina e in vigna, nei terreni sparsi nella bella campagna iblea.
Un festival pervasivo, insomma, nei luoghi e nel pubblico, con frotte di appassionati, turisti, professionisti del settore o, semplicemente, ragusani curiosi di vedere il proprio territorio con altri occhi.
a cura di Pina Sozio