La traduzione letterale di “chirashi” è “sparpagliato” a descrivere il modo in cui veniva disposto il pesce sul riso. Il chirashi è uno dei piatti più antichi (più antico del sushi) e conosciuti della cucina giapponese. Già dal periodo Edo (1603-1868), veniva considerato un pasto semplice, fatto con tutto ciò che era disponibile all'epoca: riso, pesce fresco e verdure. Solo in seguito, la combo pesce e riso, diventa Edomeae-zushi, ossia il precursore del sushi come lo conosciamo oggi.
Come è fatto il chirashi
Un tempo considerato cibo popolare (destinato principalmente ai lavoratori del porto) preparato con i tagli di scarto del pesce e riso cotto arricchito di aceto, oggi il chirashi è una preparazione molto comune durante le festività - in Giappone ogni località ha la sua variante, che prevede ingredienti sia crudi che cotti - e appare decisamente poco “sparpagliato”. Anzi, la disposizione degli ingredienti è tutt’altro che disordinata e viene realizzata con vari tipi di pesce disposti ad arte, grazie alla maestria dei sushi chef che creano delle vere composizioni scenografiche. Composizioni, forse meno scenografiche, riprese dagli ormai altrettanto famosi pokè hawaiani: poke in lingua hawaiana significa “tagliato a tocchi”, in riferimento alla necessità dei pescatori locali di consumare rapidamente il pescato, in prevalenza tonno e polpo. Una necessità comune in un'epoca in cui non esistevano frigoriferi.
Dove mangiare i migliori chirashi da Nord a Sud
- Miyabi - Torino
- IYO - Milano
- Osaka - Milano
- Wicky's Innovative Japanese Cuisine (a pranzo) - Milano
- Kiko Sushi Bar – Roma
- Kohaku (a pranzo) – Roma
- Japit - Benevento
- Yuki Cucina Giapponese - Noci [Ba]