"L'hummus è palestinese o israeliano? È una questione enorme, ma come la terra appartiene a tutti". Intervista a Noa e Mira Awad a Sanremo

11 Feb 2025, 12:16 | a cura di
Noa e Mira Awad insieme sul palco di Sanremo per interpretare Imagine. Tra musica e cibo, un racconto di identità, confini e condivisione

Quando si parla di cibo in Israele e Palestina, si finisce inevitabilmente per parlare di identità. Un piatto, una ricetta possono diventare simboli di appartenenza, di divisione o, al contrario, di condivisione. Lo sanno bene Noa e Mira Awad, due artiste che hanno fatto della loro musica un ponte tra culture diverse e che si esibiranno insieme la prima serata del Festival di Sanremo, interpretando Imagine di John Lennon, e a noi hanno raccontato – tra ironia e profondità – come anche il cibo sia più che un simbolo di confine ma anche di incontri.

L'hummus conteso e il cibo che unisce

«Hummus? Noi lo compriamo al supermercato!» dice scherzando Mira Awad. «Non passiamo tutto il tempo a prepararlo in casa. Gli israeliani possono litigare giorno e notte su quale sia il migliore, su qual è la ricetta perfetta… tutto per qualcosa che in fondo era solo una piccola insalata! È come litigare sulla caprese!».

Noa sorride e aggiunge: «A me l'hummus non piace! Io amo la pasta. Ma l’hummus è un grande tema in Israele. Tutti dicono di avere il migliore e che l’hanno inventato loro. Gli arabi dicono: “L’abbiamo creato noi”, e gli israeliani rispondono: “Forse, ma noi lo facciamo meglio”. È una questione enorme. Ma alla fine, l’hummus è parte della nostra cultura e penso che possiamo essere d’accordo sul fatto che appartenga a tutti, proprio come la terra appartiene a tutti, e che le opportunità dovrebbero essere uguali per tutti. Possiamo prendere l’hummus come esempio di qualcosa che possiamo condividere, proprio come dobbiamo condividere il nostro futuro.»

La cucina di casa, una cucina di commistioni

Per entrambe, il cibo è il riflesso della loro storia familiare. Mira racconta: «Mia madre è bulgara e mio padre è palestinese. Mia madre ha imparato a cucinare tutti i piatti arabi ed è una cuoca straordinaria. Quando la vado a trovare, mi prepara le foglie di vite ripiene, quelle fatte con le foglie di vite vere, ripiene di riso e carne. È una delle mie ricette palestinesi preferite.»

«La mia famiglia originariamente viene dallo Yemen  - dice Noa - quindi mia madre cucina molti piatti yemeniti davvero deliziosi. Devo ammettere che la maggior parte di questi sono o molto piccanti,  a me il piccante non piace, oppure pieni di carboidrati e molto grassi, quindi cerco di evitarli… Oppure contengono carne, e io sono vegetariana. Ma ci sono alcune cose che mi piacciono davvero tantissimo, come il malawach, per esempio, con tanto burro e fritto. Delizioso.»

«Mia madre è cresciuta in Israele» – continua l'artista – «ma io ho vissuto a lungo negli Stati Uniti, a New York, prima di tornare nel mio paese d’origine. La cucina israeliana è estremamente variegata, perché rispecchia la diversità delle persone che vi abitano, provenienti da ogni parte del mondo. Anche mia madre, proprio come quella di Mira, è una cuoca straordinaria e ha imparato a preparare piatti di tante tradizioni diverse. Alla fine, la nostra tavola è sempre stata un mix di sapori e influenze.»

E proprio nel mescolare culture, Noa e Mira trovano un punto d’incontro. «Voglio dire una cosa» aggiunge «Il grande musicista Duke Ellington diceva che esistono due tipi di musica: la buona musica e tutto il resto. Con il cibo è lo stesso: c’è il buon cibo e poi tutto il resto. Noi amiamo il buon cibo!»

L’amore per la cucina italiana

Quando si parla di buon cibo, entrambe concordano: la cucina italiana è qualcosa di straordinario. «Prima di tutto, la cucina italiana… Wow, la amiamo tantissimo!» Anche Mira ha viaggiato in Italia per le sue tournée  «L’ultima volta che sono stata in Liguria ho scoperto un piatto incredibile: queste specie di crepes che vengono tagliate a pezzi e condite con il pesto... i testaroli! Fantastici!» Noa ci racconta la sua passione la cucina siciliana: «Una delle mie paste preferite è siciliana, quella con il presto di pistacchio. La adoro. Ho imparato a farla, quindi ora la preparo a casa mia e tutti vengono da me per mangiare la mia pasta al pistacchio! Ne sono molto orgogliosa.»

L'artista da qualche anno è vegetariana ma la sua passione per la cucina italiana non è diminuita:«Ho smesso di mangiare pesce due anni fa. Prima lo adoravo, soprattutto nelle ricette italiane, ma ora ho cambiato abitudini. Questo però mi ha permesso di scoprire un’incredibile varietà di piatti vegetariani e vegani della cucina italiana.»
Ammette però che ci sono ancora alcune cose di cui non riesce a fare a meno. «Non sono ancora vegana, anche se vorrei. Ammetto che non posso vivere senza questo… il cappuccino! I formaggi, le uova… non riesco. Sono imperfetta, lo so, ma ci sto provando».

Foto di Giuseppe Contarini

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