Scontro di governo sul pandoro-gate. Ospite della trasmissione "Non stop news" su Rtl102.5, Matteo Salvini ha difeso Chiara Ferragni, contraddicendo di fatto le parole di Giorgia Meloni. «Fedez e Chiara Ferragni sono in un universo lontanissimo da me – ha detto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti – però l'accanimento, la cattiveria e il livore di questi giorni mi lasciano sconcertato».
Le parole di Matteo Salvini
L’ultimo aggiornamento sul caso Chiara Ferragni e il pandoro “Pink Christmas” è che l’influencer è indagata dalla Procura di Milano per truffa aggravata. Indagata anche Alessandra Balocco.
Sulla vicenda, Salvini ha commentato: «È chiaro che il Paese non dipende da Chiara Ferragni e spero che la politica abbia cose più importanti di cui occuparsi dei pandori e dei biscotti, però a me non piace l'accanimento, a prescindere, su qualcuno che è in difficoltà».
E ancora: "Per me il problema dell'Italia non è Chiara Ferragni. Ci sarà un processo, che i processi vengano celebrati in radio o sui giornali, senza giudici e avvocati, non è da paese civile».
L’attacco di Meloni a Ferragni
Una posizione, quella di Salvini, che però è ben diversa da quella dell’alleata Meloni. La premier, infatti, aveva subito commentato la notizia della maxi multa dell’Antitrust a Ferragni per il caso Balocco, attaccando l’influencer, senza però mai nominarla, dal palco di Atreju, la convention di Fratelli d’Italia che si è tenuta a Roma lo scorso dicembre.
Aveva detto Meloni: «Il vero modello da seguire non sono gli influencer che fanno soldi a palate indossando degli abiti o mostrando delle borse, facendo da eco al design o addirittura promuovendo carissimi panettoni con i quali si fa credere che si farà beneficenza, ma il cui prezzo serve solo a pagare cachet milionari. Il vero modello da seguire è il modello di chi quella eccellenza italiana la inventa, la disegna, la produce».
Una posizione poi ribadita anche in occasione della conferenza stampa di fine anno: «Ha più valore più chi produce un pandoro di chi lo griffa, ha più valore chi produce le eccellenze italiane che chi le mostra».
La maggioranza si spacca su Ferragni
Se, da una parte dunque, la premier non ha atteso un momento per attaccare Ferragni, pur non nominandola mai, per il caso Balocco, dall’altra Salvini ha assunto una posizione opposta, sottolineando che la politica dovrebbe avere cose più importanti di cui occuparsi di Chiara Ferragni. Un messaggio alla premier?