Ci verrebbe da dire che siamo... alla frutta. Invece, no. Siamo alla carne coltivata, ancora. Dicevamo tempo fa che nei commenti in rete il leader leghista Matteo Salvini stava battendosi per il titolo di peggior food blogger del made in Italy. Ormai, possiamo dirlo, se lo sta davvero aggiudicando.
Lega-FdI: fuochi d'artificio tra populismi
Per cercare, a poco più di un mese dal voto per Strasburgo (le elezioni europee si terranno l'8 e il 9 giugno), di risollevare le quotazioni non del tutto soddisfacenti del suo partito, il ministro e leader della Lega cerca di stimolare la pancia degli italiani (nel senso di umore, non di golosità!) battendo ancora una volta sul tema della "carne in provetta", tanto caro caro sia a lui sia a Coldiretti. Questa volta il mezzo di comunicazione sono i cartelloni della campagna elettorale: c'è una foto che richiama chiaramente la carne coltivata e un claim molto esplicito, "Cambiamo l'Europa prima che lei cambi noi".
Carne coltivata, ricerca, Green Deal europeo
Per Salvini, quindi, il vero nemico da battere è la carne coltivata. Un cibo sperimentale di cui l'Ue ancora non si è ufficialmente mai occupata a livello normativo, ma sul cui bando Salvini vuol mettere il sigillo leghista. Il problema, però, è che su questa strada l'Europa qualche passo lo sta facendo a livello di studio e di prospettiva, e che l'Italia rischia di essere uno dei Paesi più retrogradi nel vecchio continente e uno dei più lontani dal "Farm to Fork" che è uno dei pilastri del Green Deal europeo: infatti per ridurre in maniera significativa emissioni e chimica, non è sostenibile continuare come si sta facendo sugli allevamenti intensivi (qui alcune alternative). Tanto che lo stesso Parlamento di Strasburgo ha licenziato lo studio sulle proteine alternative che dovrà essere poi alla base delle decisioni legislative della Commissione Europea: la carne coltivata è una delle alternative di prospettiva, insieme agli insetti (altra bandiera salviniana con la lotta alle "farine di grillo"), alle alghe e alle fermentazioni microbiche. Se la posizione di Salvini (ma anche di Coldiretti) dovesse vincere, l'Italia si metterebbe in uno scontro frontale con tutto cià che a livello europeo di sta studiando e progettando per un futuro più sostenibile dell'umanità.