Contro il progetto di ampliamento della pista di collaudo Nardò Technical Center – che è una costola del Porsche Engineering Group – esplode la protesta delle aziende agricole i cui terreni sono stati posti sotto procedura di esproprio per pubblica utilità nell'ambito del programma di potenziamento del centro prove salentino. Sono 351 gli ettari a rischio esproprio inseriti nel progetto accolto dalla Regione Puglia all’interno di un accordo di programma che “colpisce” i terreni di 143 privati di cui una buona parte agricoltori. Questi ultimi hanno già messo in piedi una azione legale contro il provvedimento al fine di impugnare gli atti di esproprio.
"Vogliamo lavorare la nostra terra a Nardò"
“Se ci espropriano, come previsto, venti ettari di terreno, ci mettono del tutto in ginocchio”, spiega Carlo Castellaneta, uno degli imprenditori che protestano e titolare di un caseificio e di una azienda agricola in cui alleva oltre 700 capi di bestiame. Sono pronto – dice – a dare le chiavi della mia azienda a Michele Emiliano, presidente della Regione. Non capisco perché dobbiamo consentire all’esproprio se noi non vogliamo vendere e vogliamo continuare a lavorare la nostra terra”, dice.
"Pubblica utilità" per compensare il cemento di Porsche
Le opere di ampliamento del circuito già attivo di Nardò Technical Center (NTC) saranno realizzate sui terreni di proprietà NTC, ma poi dovranno essere eseguite su altri ulteriori ettari di terreno le opere di “compensazione”, in primis riforestazioni, che interessano appunto gli ettari sottoposti a esproprio per pubblica utilità. Il progetto di NTC prevede infatti la costruzione di nove piste che si aggiungono alle attuali dodici oltre a strutture a servizio del Gruppo come la mensa, un nuovo parcheggio, un altro centro di logistica e manutenzione, un centro medico, una ulteriore stazione di servizio e infine anche un centro di valutazione e check-in.
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