Venivano spacciati per salamini vegetariani alla soia, ma in realtà contenevano carne di pollo e maiale e, cosa ancora peggiore, sono risultati positivi alla peste suina africana. Il Ministero della Salute ha disposto controlli a tappeto in tutta Italia per ritirare i prodotti importati dalla Cina e che potrebbero contenere carne infetta.
La doppia etichetta
Come riporta Repubblica, tutto parte in Campania, quando l’Asl Napoli 1 blocca, a fine dicembre, una partita di snack vegetariani provenienti dalla Cina. Si sospetta che questi prodotti contengano pollo e suino, nonostante le targhette in italiano li presentino come privi di carne.
I prodotti hanno infatti una doppia etichetta: una in cinese, una in italiano. La prima, fatta tradurre dalla Asl, indica chiaramente la carne di pollo e suino, a seconda dei casi, tra gli ingredienti. Quella italiana, invece, riporta la soia tra gli ingredienti, tutti vegetariani.
Prodotti infetti
Non finisce qui: alcuni salamini, fatti analizzare dall’Asl, sono risultati positivi al virus della peste suina africana. Una malattia che non è trasmissibile all’uomo, ma che, come si legge sul sito del Ministero della Salute, «è causa di un importante impatto socio-economico nei Paesi colpiti in quanto determina ingenti perdite a carico del settore zootecnico suinicolo».
L’uomo, infatti, può essere veicolo di trasmissione del virus «attraverso la contaminazione di veicoli, indumenti, attrezzature, cibo di origine o contenente carne suina, anche stagionata».
L’intervento del Ministero della Salute
La situazione ha spinto il Ministero della Salute a far eseguire alle forze dell’ordine «controlli rafforzati in via d’urgenza durante i primi tre mesi del 2024» e a disporre «un piano di monitoraggio straordinario», come si legge in una comunicazione inviata a fine dicembre dalla Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione al Commissario straordinario per la peste suina africana.
La mossa cinese
Non è la prima volta che in Italia si scopre la presenza di carne di maiale importata dalla Cina illegalmente. L’Unione Europea ne ha vietato l’importazione. Un divieto che, come emerge dalle scoperte fatte sui finti prodotti vegetariani, la Cina ha cercato di aggirare con il sistema delle doppie etichette. Indicando la soia come ingrediente, al posto della carne.