Ci sono due motivi principali per creare un’attività commerciale: il primo ovviamente è di natura strettamente economica, il secondo è dettato dalla passione. Ripercorrendo la storia di Giovanni Baldini, fiorentino di nascita ma giapponese nel cuore, è difficile non pensare che le proporzioni dei due elementi in questo caso siano squilibrate in favore della seconda. Dal primo viaggio ormai più di 15 anni fa a oggi, infatti, la sua dolce ossessione è stata quella di favorire e diffondere la cultura del Sake, portando questo fermentato tradizionale giapponese ad abbandonare una connotazione strettamente etnica, in favore di un consumo più consapevole ed evoluto. Un percorso che, in un periodo particolare come questo, ha dovuto trovare nuove strade per continuare a svilupparsi, in primo luogo attraverso il delivery e la comunicazione via web, ma che guarda al contempo al futuro con la prima scuola di formazione dedicata in Italia.
Il nome del Sake
Può forse far sorridere gli appassionati di cinema, pensare di mettere nella stessa frase le parole Giappone e Lost in Translation, perché il riferimento cinematografico appare anche troppo evidente, ma quando andiamo ad analizzare il nome che noi diamo a questo prodotto scopriamo che proprio di questo si tratta. Il termine Sake infatti in giapponese significa semplicemente “bevanda alcolica", quindi con questo termine possiamo definire qualsiasi prodotto spiritoso. Il nome infatti non corrisponde infatti a nessun alcolico specifico tant’è che oggi con questa dizione vengono commercializzati prodotti simili anche non di origine giapponese.
Quello di cui noi parliamo invece è il Nihonshyu, il famoso fermentato di riso che viene consumato durante i pasti. Questo prodotto è ben normato in Giappone, e suddiviso in due macrocategorie: il 75% dei prodotti sul mercato è definito futsuu-shu (普通酒) ovvero il Sake normale, la categoria base per il consumo di tutti i giorni. Una parte minoritaria è invece chiamata tokuteimeishyoshyu (特 定名称酒) traducibile in Sake per occasioni speciali e si distingue per come viene trattato il riso, ed è normato da un proprio disciplinare. Questa categoria viene spesso chiamata in occidente Sake Premium ed è quella di cui si occupa Giovanni.
Il primo viaggio di Giovanni e la scoperta del Sake
Il primo viaggio di Giovanni Baldini in Giappone fu nel 2004, e lo scopo era tutt’altro che gastronomico: andava infatti a conoscere i futuri suoceri, genitori di sua moglie Mikiko Nishibori, che in Italia si occupa di gioielli per la famosa designer Aika Fushimi (la quale fa produrre le creazioni per i suoi negozi di Tokyo ad artigiani orafi fiorentini). Come succede spesso in questi casi, un caro amico di Giovanni gli chiese di portargli come souvenir una bottiglia di Sake; forse il nostro protagonista non si aspettava che la cortesia nipponica dei genitori di lei fosse tale da non limitarsi ad accompagnarlo in una enoteca, ma di portarlo a scoprire la sua prima cantina. L’esperienza lo colpì moltissimo, ritrovando in quella produzione tradizionale e appassionata, molti dei tratti che aveva conosciuto durante la sua infanzia nella produzione del vino in Toscana.
Era l’inizio di un percorso di scoperta che lo avrebbe portato a compiere più di 20 viaggi nell’Impero, e a visitare 59 cantine tradizionali giapponesi immerse nelle campagne, su isole sperdute o sulle pendici delle montagne, selezionando le migliori per creare nel 2014 Firenze Sake, la sua azienda di importazione che dedica la massima attenzione alle piccole realtà artigianali e sconosciute. La selezione basata su criteri quali il terroir, la purezza delle acque, la filiera delle materie prime non è passata inosservata, tant’è che anche il Ministero dell'Agricoltura Giapponese ha reputato d’interesse il suo progetto, coinvolgendolo nelle loro missioni commerciali e nelle iniziative divulgative.
La Scuola Italiana Sake e Sake Deli
Prima che il mondo si fermasse, l’obiettivo di Giovanni per il 2020 era chiaro: dopo aver registrato il marchio Scuola Italiana Sake infatti, era il momento di dare il via a dei corsi per consentire l’avvicinamento degli italiani a questo mondo. Iniziativa che non è nuova per lui che ha sempre curato con grande attenzione il blog presente sul proprio sito, proponendo pairing con prodotti occidentale, e aprendo anche molto la strada al mondo della miscelazione, con contributi scritti anche da bartender di peso come Sacha Mecocci (Fusion Bar&Restaurant qui la ricetta di un suo cocktail) o Daniele Cancellara (Rasputin). Ma come per tutto il comparto, anche per Firenze Sake il Covid e le conseguenti quarantene sono state sinonimo di uno stop forzato. Ma per non cedere neanche un giorno nella sua attività di divulgazione, Giovanni ha deciso di reinventarsi, creando Sake Deli, il primo servizio di delivery dedicato, attivo su Firenze città e sui comuni limitrofi. È il titolare stesso a fare le consegne, spendendo qualche minuto con chiunque abbia ordinato e abbia voglia di chiacchierare con lui, suggerendo abbinamenti gastronomici o temperature di servizio. Un’attività di conoscenza porta a porta, che ha permesso a lui e alle sue bottiglie di far compagnia ai molti che ancora sono chiusi in casa, per vivere una piccola evasione in terra d’Oriente sorso dopo sorso.
https://firenzeSake.com/Sake- deli-consegna-a-domicilio/
a cura di Federico Silvio Bellanca