Con 2 squadre di 12 membri da Stati Uniti ed Europa, 3 giorni di competizione, 28 incontri, la Ryder Cup è la più importante competizione di golf al mondo, uno dei più rilevanti eventi sportivi internazionali. Una sfida all'ultima buca esclusivamente per la gloria, dato che in palio c'è solo il trofeo. Nessun montepremi, nessun assegno a cinque zeri, solo l'onore della vittoria, che ben esprime lo spirito di sportività di questo leggendario torneo, che alimenta un'aspettativa crescente. Per gli appassionati, infatti, è qui che si scrive la storia del golf. Quest'anno ancora di più, almeno da noi, dato che per la prima volta dal 1927, quando è nata, la Ryder Cup approda in Italia.
L'appuntamento per la 44esima edizione è dal 25 settembre al 1° ottobre al Marco Simone Golf & Country Club nei pressi di Roma, con il corredo di mondanità sportiva e non, aspettative, partite ed eventi collaterali, dalla festa di apertura, il 26 settembre, alle gare per i tifosi, dall'intrattenimento, fino a entrare nel clou dell'evento, dal 29 settembre al 1° ottobre 2023. Occhi puntati sulla periferia romana, dunque, con un'aspettativa altissima di cui si hanno le prime avvisaglie, perché al contrario di quanto si potrebbe pensare, il golf non è uno sport per pochi: sono 65 milioni i giocatori nel mondo, molti dei quali in arrivo nella Capitale che registra già da tempo il sold out. Per dare qualche numero, si prevedono 50.000 spettatori sui campi ogni giorno, con 3.500 clienti top, e 10.000 tra volontari e addetti ai lavori coinvolti. Senza contare chi seguirà l'evento dal piccolo schermo: le stime parlano di 2 miliardi di persone, con dirette televisive in oltre 160 Paesi. Mica male.
Il campo da gioco e gli spazi food
Chi conosce già la Ryder, sa che compete per impatto mediatico con Olimpiadi, Superbowl e Mondiali di Calcio, chi non ne ha sentito parlare prima, se ne renderà conto a breve: Roma sarà l'ombelico del mondo, non solo sportivo, con una folla di vip a fare la spola con il Marco Simone, ritenuto l’unico Golf Club idoneo a ospitare l'evento, per caratteristiche tecniche e infrastrutture.
A pochi giorni dall'evento, si lavora per preparare ogni cosa: navette gratuite, caricabatteria in affitto per chi non avesse con sé una powerbank, punti acqua in cui ricaricare la borraccia e ovviamente spazi food, oltre 100 i punti ristoro presenti (al Ryder Cup Village, presso la 2a buca, 5a buca, 7a buca, 8a buca, 10° tee, 11a buca, 12a buca, 14° tee, 18° tee) - con diverse proposte: specialità inglesi, americane, e classici della cucina italiana: pasta e pizza, ovviamente, ma anche piatti di carne, menu gluten free o veg, con cose come pollo marinato con limone rosmarino e olio di oliva e panino con manzo e formaggio.
Come è organizzata l'area ospitalità della Ryder Cup
Non ci sono solo i punti ristoro generici, però, ma anche alcuni eventi speciali, come la cena di presentazione dell squadre mercoledì 27 settembre presso la Lanterna di Fuksas e altri spazi dedicati, una sorta di enorme area Vip organizzata in tre diversi padiglioni: il Partner Pavillon, dedicato ai grandi sponsor dell’evento, praticamente alcuni dei brand più famosi al mondo, ognuno di quali avrà una sua lounge, il Founder Pavilion e il 1927 Pavilion, così chiamato in onore all’anno della prima edizione del torneo. A occuparsi di queste aree, il gruppo Enoteca La Torre che si è aggiudicato il catering per i servizi premium. “Il che significa che ci dovremo occupare dei 3 pavillon sui campi del golf club Marco Simone” spiegano Silvia Sperduti e Michele Pepponi, che aggiungono: “Mamma mia, vincere il bando di una manifestazione di questo genere è stata una emozione fortissima”.
L'idea è di una proposta che possa raccontare la cucina italiana fuori dagli stereotipi e dai luoghi comuni che spesso la descrivono ferma alla mera tradizione: “vogliamo garantire un servizio che esalti il Made in Italy e che lasci gli ospiti senza fiato”. Per questo si preparano già da mesi: “è necessario mettere su una macchina organizzativa addirittura formidabile. È una grande sfida alla quale stiamo dedicando enormi sforzi e un impegno costante. Anche soltanto a livello di spostamenti sarà un’impresa. Ma, come abbiamo già detto, le sfide non ci hanno mai spaventato”. Per dare la misura dell’impegno basti pensare che il padiglione 1927 ha 750 coperti "e un menu interamente alla carta, il tutto sotto la guida del nostro Domenico Stile”, che supervisiona tutto insieme a Rudy Travagli a coordinare il servizio. Gli stessi del fiore all’occhiello del gruppo a Villa Letizia.
Cosa (e quanto) si mangia alla Ryder Cup
Sì, 750 coperti alla carta, e questo solo per uno dei tre padiglioni. Volendo allora fare una sintesi dell'impegno richiesto, si parla di 6 cucine, 500 membri dello staff tra brigata cucina, brigata sala, lavaggio, facchinaggio e servizi vari. I numeri da soli sono impressionanti: 1.500 kg di mozzarella, 3 quintali di pasta, 500 kg di pomodori pachino, 25.000 pezzi di lievitati, 600 kg di pesce, 800 kg di carne, 700 kg di pane, 1.500 kg di frutta. Che genere di menu saranno disponibili con questi numeri? Parliamo dello chef table - “in pratica uno show cooking quotidiano con 20 ospiti supervip” - i fortunati ospiti vedranno sfilare cose come Babà al Rum Zacapa 23 anni Solera, vaniglia, menta e amarena, Riso dorato ai 7 limoni di Amalfi con emulsione di vongole veraci, cannolicchi, asparagi yogurt di bufala e alghe; Saltimbocca alla romana, provola affumicata, salvia, cicoria ripassata e salsa al Franciacorta.
Babà bagnato al rum Zacapa XO con spuma di vaniglia, polvere di mentuccia romana e sorbetto alla composta di visciole e fiori di Sambuco. Non manca un omaggio al golf, nel dessert Doppia mousse al cioccolato Domori, biscuit caprese, composta di lamponi fermentati e sorbetto al basilico presentato come una pallina su un campo da gioco.
La sfida del catering
Una bella sfida anche per chi è abituato a gestire catering di ogni entità, sempre più richiesto per eventi privati o corporate “è inutile dire" ammettono "che riconoscimenti come le Tre Forchette del Gambero Rosso e le Due Stelle Michelin costituiscono un endorsement che moltiplicano non solo il numero delle richieste ma anche il valore delle stesse”. L'organizzazione è il loro forte, e anche la malleabilità: capaci di formulare una proposta in grado di intercettare esigenze, gusti e capricci di una fetta ampissima di pubblico, sostenendo l'attività nei mesi di pandemia, al punto da creare un indirizzo ad hoc per il ritiro delle box – moltissime, adatte alle più diverse occasioni – che oggi accoglie, insieme allo show room delle Eat Me Box, anche un nuovo ristorante: Enoteca La Torre by Ricardo Takamitsu, originale proposta asiatica, che differenzia ulteriormente l'offerta già ricca del gruppo che include anche Enoteca La Torre Rinascente a piazza Fiume e a via del Tritone, e il beach club La Dogana a Capalbio, “il nostro posto dei sogni”.