Rudi Garcia e la passione per i vini
Rudi Garcia chiedeva top player, il presidente James Pallotta gli regalava del vino. Non proprio due bottiglie qualunque, parliamo del più raro e costoso al mondo, la Romanée-Conti, millesimo 1988. Chissà se fu proprio l’assaggio di quel pinot nero così rarefatto ed etereo, “Davvero incredibile”, commentò qualche mese più tardi, a convincerlo sulla bontà della causa romana insieme al suo braccio destro Bompard, che beveva solo Champagne. Di sicuro nei lunghi giorni di trattative con il suo nuovo presidente, Aurelio de Laurentiis, avranno parlato di schemi e filosofie, ma anche di vitigni e annate. D’altronde, il vulcanico presidente ha dimostrato di maneggiare la materia, giocando più volte con paragoni vinosi.“Koulibaly? Un Barolo che invecchiando migliora sempre di più (un po’ meno nelle cantine londinesi, ndr) Insigne un Aglianico, mentre in Milik vedo un ottimo Borgogna e in Hamšík un Riesling Renano elegante”, dichiarava nel 2018.
Rudi Garcia: 2013 - 2016, gli anni alla Roma
Nei due anni e mezzo all’ombra del cupolone, Rudi Garcia si è fatto notare non solo per il buon calcio espresso dalla sua squadra, con due secondi posti consecutivi, ma anche per uscite originali: dal violino mimato in quel di Torino alle celebri frasi in occasione dei derby. Nota la sua passione per il vino, soprattutto quello rosso. Il suo approccio con il vino italiano è iniziato in un ristorante di Lilla, ha raccontato in un’intervista a Gianni Mura in attesa di un Roma-Juve. Era il 2014. “Da rossista sto migliorando la conoscenza dei vostri vini. Sangiovese e Montepulciano d’Abruzzo li bevevo da Gilberto, che ha un ristorante nella città vecchia e considero un amico”. Il ristorante in questione è La Bottega di Gilberto d’Annunzio, d’origine abruzzese. La sua è senza dubbio tra migliori pizze di Lilla. Le altre passioni a tavola di Garcia? Si sa che ama la pasta, il pesce e i dolci al cioccolato.
Campania, ancora tanti vini da scoprire per il nuovo allenatore del Napoli
A Napoli l’aspetta un popolo che vive il calcio e la tavola con una passione strabordante. Al di là dei verdetti del campo, siamo sicuri che ci metterà poco a sintonizzarsi sulle tradizioni locali, le specialità regionali, a partire dai vini di punta.L’attendono la leggerezza del Piedirosso, l’intensità dell’Aglianico, ma è sui bianchi che in Campania si può giocare a testa alta anche in Champions League. D’altronde non è stato chiamato per migliorare la performance europea della squadra campione d’Italia? Magari pensando al suoi 11 titolare tra un Fiano di Avellino maturo, un Greco di Tufo giusto o inseguendo nel bicchiere le fragranze agrumate della Costiera o del Sannio. Stappala buona, Rudi!