È da circa un giorno e mezzo che si fa un gran parlare sui social e in tv di un ristorante dal nome simpatico ed evocativo, un certo Rubbagalline di Maccarese, sul litorale romano.
“Colpa” del siparietto tra Selvaggia Lucarelli e Teo Mammucari nella puntata di sabato sera del programma Rai Ballando con le stelle. Si disquisiva, in modo ironico, su un’ipotetica cena avvenuta tra i due anni addietro in questo ristorante del litorale romano, tale Rubbagalline, per l’appunto.
La curiosità è femmina, ma pure i social, e da quel momento si è scatenata la caccia al ristorante nascosto più famoso di Italia.
“Noi non ci siamo accorti di nulla, perché eravamo impegnati a lavorare”, ci raccontano dal locale, eppure si è scatenato “l’inferno”: telefonate, messaggi, contatti da ovunque e con qualunque mezzo pur di sapere tutto sul Rubbagalline.
Noi, più curiosi di loro, abbiamo raggiunto telefonicamente lo staff e ci siamo fatti raccontare la storia.
Rubbagalline, storia del ristorante di Maccarese
“Il ristorante nasce per gioco, tra amici nel 1937”, ricorda Dante Papili, 85 anni, uno degli storici titolari del ristorante che fu fondato dai suoi genitori Antonio e Adelina Piggini.
“All’epoca più che un ristorante era un ritrovo fra amici, in un posto che era quasi una palude. Ci si ritrovava per mangiare insieme dopo una battuta di caccia”, continua il signor Dante. Il menu, preparato dalle mani di Adelina, si attestava su fettuccine con carne di cinghiale e altri piatti poveri che la caccia e la terra potevano offrire.
Al di là della storia, quello che incuriosisce di più è il nome del ristorante.
“Mio padre andava a caccia con un suo amico, a cui diede il soprannome di Saltafossi perché era capace a saltare al di là di un canaletto di un ponticello”. E la storia del Rubbagalline inizia proprio lì.
Foto storica del Rubbagalline: da Instagram del ristorante
“Un giorno, dopo una battuta di caccia, mio padre prese un pollo e gli tirò il collo e il Saltafossi gli disse: “Aò, se te me chiami Saltafossi, io mo’ te chiamo Strozzagalline!””. Il passo da questo episodio alla scelta di dare il nome al ristorante è breve. È il 1950. Il Saltafossi, un giorno, si presenta al loro ritrovo con un cartellone di tre metri in cui era stampata l’insegna “Trattoria la Muratella, dal Rubbagalline”.
Nel frattempo, in qualche cena dopo una delle tante battute di caccia, avevamo deciso che strozzagalline sarebbe diventato rubagalline, ad Antonio Papili suonava meglio. Dal 1950 in poi, ha preso le sembianze di un vero e proprio ristorante, soprattutto come posto amato dai camionisti e si sa “dove mangiano i camionisti, si mangia bene”, replica il signor Dante.
Cosa si mangia da Rubbagalline
Non è un caso se il ristorante viene chiamato anche Carnaro o Bisteccone, qui la protagonista del menu è la carne. Le griglie sono due, le persone sono quattro: c’è chi taglia e chi cuoce. Il cliente si affaccia al banco frigo e sceglie la carne e il taglio che preferisce fra danese, neozelandese, italiana e molto altro.
Fra una bistecca e l’altra, dal Rubbagalline si mangiano anche i piatti della tradizione romana come la carbonara, la cacio e pepe, l’amatriciana che sul menu si affiancano a fettuccine con porcini o cinghiale, ma anche lasagne e piatti della tradizione italiana.
La carta dei vini è ricca. Va da sé che i rossi sono i più gettonati per via dell’abbinamento con la carne.
L’atmosfera che si respira è quella delle trattorie tipiche romane e i coperti sono circa 500, tutti gestiti dal signor Dante, la figlia, i nipoti.
Insomma, una tradizione di famiglia lunga quasi 90 anni, partita da un pollo e che oggi è arrivata sino alla tv nazionale.
Foto in apertura: da utente di X
Rubbagalline - Via della Muratella, 535 - Maccarese (Roma)
