Sono passati cinquant’anni da quando Livio Felluga scelse di dedicare tutta la sua vita, le competenze e la passione ereditate da una famiglia di viticoltori da quattro generazioni nella natia Isola d’Istria, alla viticoltura sulle colline friulane.
Oggi, e da qualche anno, la regione più a est della Penisola vive un periodo di grandi riconoscimenti internazionali sul piano enologico, confermando ogni giorno le potenzialità che Livio Felluga fu in grado di intuire, rinvigorendo i vecchi vigneti, impiantandone di nuovi, scontrandosi con terreni spesso ostili e di difficile coltivazione. È merito dell’ambizione di un uomo, quindi, se l’odierna azienda Felluga può contare vigneti estesi su una superficie complessiva di 155 ettari, fra i Colli Orientali del Friuli e il Collio: un’area vocata grazie al microclima frutto della vicinanza del mare e dell’arco alpino e alla particolare composizione del terreno. E l’antica mappa geografica che fa bella mostra di sé in etichetta, rievocando un passato di poderi agricoli disseminati sul territorio friulano, è ormai celebre segno di riconoscimento dei vini Felluga.
Lo scorso primo settembre Livio Felluga ha compiuto cent’anni: un traguardo simbolico che offre l’occasione per celebrare la luminosa carriera di un uomo che continua a promuovere la sua terra con i grandi vini che produce. Ecco perché il 20 settembre presso l’abbazia di Rosazzo avrà luogo un evento che unisce enologia e arte, scienza e architettura, che è insieme festa di famiglia, giornata di interesse internazionale per lo spessore dei relatori invitati a partecipare, momento di valorizzazione di un territorio rurale che incontra l’intervento creativo di Yona Friedman e Jean-Baptiste Decavèle.
Si comincia la mattina con il convegno curato da Mario Pieroni e Dora Stiefelmeier dal titolo “Arte e impresa a tutela del paesaggio rurale”; a seguire l’inaugurazione del Vigne Museum, l’installazione artistica permanente realizzata da Friedman e Decavèle con il sostegno di DAC: una grande iconostasi che troverà posto tra i vigneti delle colline di Rosazzo, un museo aperto, realizzato con cerchi metallici saldati fra loro, uno spazio che interagisce con il paesaggio circostante offrendone un nuovo punto di osservazione.
Ma l’attesa maggiore è per la presentazione di 100, il vino in edizione limitata prodotto per celebrare il centenario del patriarca dell’enologia friulana, un titolo guadagnato sul campo puntando sempre sulla qualità.