Una manciata di esami prima della laurea in ingegneria civile e una in architettura invece portata a termine. Ma certo, l’indirizzo di studi non vuol dire tutto anzi spesso, può dire molto poco della vera attitudine di una persona e ancora meno della passione. Come nel caso di Giorgia Lucarelli e Lorenzo Sonnati – rispettivamente quasi ingegnere lei, ed architetto lui – che a un certo punto della loro vita, decidono di seguire la passione condivisa. Qual è non ve lo stiamo neanche a dire… Comunque, rincorrendo la passione finiscono in giro per il mondo – Sud est asiatico, Caraibi, Emirati Arabi e anche un po’ di Europa – per poi tornare, come spesso accade, proprio dove erano partiti. Cioè a casa, precisamente sulle sponde del Lago Trasimeno e qui nel 2018 aprono il loro primo ristorante: spazio raccolto, pochi tavoli. Progetto che oggi è in pausa ed è per questo che c'è tempo per nuove avventure, come quella che inizierà il prossimo 10 ottobre al civico 69 di via Nomentana Nuova nel quartiere Montesacro di Roma e che prende il nome di Mesticanza.
Cucina d'oltreoceano con prodotti del territorio
Legno e acciaio, muschio e rami d’albero. Gl’interni di Mesticanza, così come il nome in verità, rimandano alla commistione di materiali che potrebbero non avere grandi connessioni tra loro, insieme invece creano il giusto equilibrio. Proprio come quell'insalata da taglio a cui fa riferimento il nome, la misticanza appunto. Questo equilibrio trova spazio in un locale minuto (una trentina di posti a sedere in tutto), luminoso in cui l’impronta “green” si percepisce immediatamente. Ovviamente, buona parte dell’idea iniziale e del risultato finale sono di Lorenzo, l’architetto; perché bene che sono le passioni a indicarci la strada, ma poi gli studi suggeriscono come percorrerla al meglio.
La proposta gastronomica non intende stupire con effetti speciali, ma neanche vuole adagiarsi nella “comodità” della tradizione. Giorgia Lucarelli infatti ha studiato un menu in cui si percepiscono nettamente due aspetti, una grande materia prima e il know how che lei ha custodito nei tanti viaggi fatti, il risultato è una serie di piatti realizzati con prodotti del territorio ma che trovano ispirazione nella cucina autentica di paesi oltreoceano, senza mai perdere d'occhio la sostenibilità. E così tra gli antipasti c’è il meat market, una selezione di crudi di carne con abbinamenti interessanti come la tartare di manzo con funghi shitake o il tataki marinato al caffè. Tra i primi ci sono la fregula sarda con porcini al miso, crumble di fava tonka, noci pekan al fumo di ulivo e ancora i tubetti con crema di zucca, ragout di coniglio a punta di coltello e cannella. I tanti viaggi, il concept degli interni, ma anche la nuova (e interessante) tendenza generale che spinge verso una cucina sempre più vegetale, facevano pensare una maggiore presenza di piatti vegetariani che invece per ora non si nota. Ma il menu di Mesticanza cambierà diverse volte nell’arco dell’anno, quindi confidiamo in una svolta ulteriormente “veggy” per il prossimo futuro.
La cantina con oltre 200 etichette
Qui da Mesticanza la mission è quella di creare un’atmosfera tranquilla, informale quanto basta e rilassante. Insomma quella tipica delle osterie contemporanee in cui il cliente si accomoda per trascorre una bella serata senza l’ansia del servizio ingessato.
Il bere si sceglie da una cantina, ben fornita e anche bella da visitare; si trova al piano seminterrato e custodisce più di 200 etichette e anche un tavolo per fare degustazioni o eventi privati. Finchè il tempo lo consentirà, e in ogni caso con la prossima bella stagione, ci si potrà accomodare anche nel bel dehors per una cena o un aperitivo tra mixolgy, tapas e vini circondati dalle oltre 50 piante di alloro che lo delimitano. Prezzo a persona da mettere a budget per una cena da Mesticanza: circa 50 euro esclusi i vini.
Mesticanza - Via Nomentana Nuova, 69 – Roma