Roberto Di Pinto lascia l’Alta Langa. Lo chef napoletano che da qualche anno sta conducendo un interessante lavoro da Sine, a Milano, ha lasciato la consulenza del ristorante del Relais Le Due Matote a Bossolasco, in provincia di Cuneo. Il ristorante cambia anche il nome: non più L’Orangerie by Di Pinto, ma semplicemente L’Orangerie. Nulla di traumatico: semplicemente il 1° settembre è scaduto il contratto che legava Di Pinto alla proprietà della struttura, e le due parti hanno deciso di non rinnovarlo. E la cucina è passata nelle mani dell’executive chef che proprio Di Pinto aveva portato per seguire quotidianamente il lavoro all’Orangerie, quel Luca La Peccerella che aveva a lungo lavorato in brigata con Di Pinto, da Sine e anche, in precedenza, al Bulgari di Milano.
Cambia L’Orangerie a Bossolasco
Un bel salto per La Peccerella, alla prima esperienza da executive chef in una struttura di grande prestigio. E lui ha deciso da subito di personalizzare il menu battezzando “Mi chiamo Luca” il menu degustazione a mano libera (120 euro), che si affianca all’altra carta “Dal nostro orto” (85 euro) che valorizza i prodotti di uno dei vanti della struttura, il grande orto simbiotico, concimato con il compost realizzato con gli scarti umidi, che fornisce alla cucina ortaggi, erbe aromatiche, consentendo una stagionalità in presa diretta. Una filosofia che si sposa con la scelta accurata degli artigiani e dei produttori che forniscono le materie prime non prodotte in proprio, tutti del territorio e tutti impegnati a rispettare rigorose regole che garantiscono il benessere ambientale e sociale.
Un menu stringato
Il primo menu totalmente firmato da La Peccerella, quello autunnale, viene presentato con una frase simbolica della sua filosofia ancestrale (“chi me da ‘o ppane, j ‘o chiamm’ pate”, ovvero: “chi mi nutre, lo chiamo padre”), ed è piuttosto stringato. Prima di tutto due piatti da condividere per mettere a proprio agio gli ospiti: la Pizzetta fritta con vitello tonnato, capperi, jus e insalatina e Ostrica Gillardeau, aceto di more, aringa affumicata ed erba cipollina. Poi gli antipasti: Crudo di ricciola, susine, cugnà, caviale e dressing alla soba, Fiore di zucca, ricotta di Seirass, chutney di pomodoro e salsa al basilico, Foie gras au torchon, fichi, uva, bietoline e pane sfogliato, Calamaro, chips di patate viola, piselli e centrifuga di mela verde e sedano. Poi i primi: Tagliolini al nero di seppia, ricci, caffè e coriandolo, Pelusielli alle vongole, friggitello di fiume e rafano, Plin ripieni di ragù napoletano (un omaggio a nonna Ida – e ti pareva – che si propone come primo piatto bandiera) e Bucatini in estrazione di cipolla, avena e peperone crusco. Tra i secondi Astice ai carboni, panzanella e boody mary, Sogliola alla mugnaia, Rollata di coniglio, salsa all’Arneis, e tartufo, cedro e uova di trota e Bavetta selezione La Granda al barbecue, millefoglie di patate e pecorino, lattuga e peperone tumaticot. Dolci classici con un tocco campano (il dessert allo Strega), il Tiramisù cannella e ananas, sorbetti e gelati. Chi vuole francesizzare può anche scegliere una selezione di formaggi locali al posto dello zucchero.
Un luogo ricco di storia
Il Relais Le Due Matote, nato dal recupero di un casale seicentesco con cui più o meno tutte le famiglie di Bossolasco hanno avuto a che fare nella loro storia, è nato dalla volontà della titolare Arianna Cefis di dare nuova vita a un posto a suo modo unico. Lo ha ristrutturato con materiale originario recuperato da varie cascine della zona e con oggetti artigianali, trasformandolo in un luogo di lusso rilassato all’insegna della sostenibilità (da qui ad esempio la decisione di chiudere d’inverno per evitare l’uso eccessivo di fossili combustibili). Oltre all’Orangerie, che si affaccia su una valle che guarda il Monviso, ci sono altri due outlet ristorativi: lòa trattoria e pizzeria Il Giardino e il Crystal Bar con i drink signature messi a punto da Dom Carella.