Bourdain rivive a Les Halles
Dal 9 all’11 luglio, a New York, la mitica Brasserie Les Halles riaprirà le sue porte al pubblico, proponendo un menu speciale che onora la memoria di Anthony Bourdain. Se il ristorante francese di Park Avenue South è diventato iconico, del resto, il merito è proprio del cuoco divulgatore scomparso prematuramente tre anni fa, quando il suicidio di Bourdain lasciò di stucco non solo gli addetti ai lavori, ma anche la nutrita fanbase raccolta in anni di attività televisiva, pubblicazioni, progetti mirati a raccontare le culture gastronomiche del mondo come nessuno aveva mai fatto prima. Prima ancora di diventare la star che tutti abbiamo imparato a conoscere, lo chef originario del New Jersey affidò il racconto dei suoi inizi in cucina all’opera letteraria che l’avrebbe reso celebre nel mondo, mostrando uno spaccato tagliente e privo di retorica dell’industria della ristorazione newyorkese degli anni Novanta. Kitchen Confidential - diventato un best seller senza tempo e motore della longeva serie tv Parts Unknown (in Italia Cucine Segrete), interrotta solo dalla scomparsa di Bourdain – prendeva le mosse proprio dalla brasserie Les Halles, dove il cuoco iniziò la sua carriera in cucina (era il 1998 quando divenne executive chef del ristorante). Da qui l’idea di celebrare l’uscita dell’attesissimo documentario dedicato alla vita, alle vicissitudini e alla personalità di Anthony Bourdain con la riapertura eccezionale di un luogo che ormai ha cessato l’attività (dal 2016), ma è stato a lungo un’istituzione in città. Quasi fosse una messa in scena teatrale, la prevendita dei “biglietti” inizierà il 24 giugno sulla piattaforma Resy; chi prenderà parte all’evento potrà fare un viaggio indietro nel tempo, “mangiando alla tavola de Les Halles come fosse il ’99, quando Tony preparava le sue patatine fritte al pepe, o la zuppa di cipolle ispirata alla classica ricetta francese”, anticipa Morgan Neville, che è regista del documentario Roadrunner, e tra i promotori dell’iniziativa.
Roadrunner. Il documentario
Roadrunner uscirà nelle sale il prossimo 16 luglio, ma qualche giorno fa è stato presentato in anteprima al Tribeca Film Festival di New York. Neville, che l’ha diretto, è già premio Oscar per il documentario 20 Feet from Stardom (2013). A lui il compito di bilanciare luci e ombre della vita di Bourdain, interpellando chi lo conosceva e gli è stato accanto in una vita fatta di passioni, sbalzi d’umore, grande dedizione per un lavoro che l’ha portato a viaggiare incessantemente per il mondo, con l’obiettivo di mostrare chi siamo indagando come mangiamo, prendendo molto sul serio il racconto del cibo, delle sue implicazioni sociali, culturali, politiche, economiche. Roadrunner, però, deve fare i conti anche con l’ingombrante uscita di scena di Bourdain: nelle parole di amici e colleghi c’è il dolore per una perdita improvvisa e inaspettata; sullo schermo queste emozioni si percepiscono tutte, e costituiscono un valore aggiunto, una narrazione nella narrazione, sul tema della vita, degli affetti e della solitudine. Ma in tre ore di montaggio c’è spazio soprattutto per la vita avventurosa di Bourdain, e per l’empatia con cui si relazionava alle persone più diverse, riportando un senso di verità a chi guardava i suoi show. Il documentario incorpora anche scene tagliate di Parts Unknown, oltre alle storie Instagram postate da Bourdain, le più significative per immaginare la sua vita fuori dallo schermo. Poi c’è la musica, quella che Bourdain amava, che diventa colonna sonora del racconto.
Il libro postumo
E per chi volesse continuare a viaggiare con Bourdain, ad aprile è uscito anche il libro postumo dell’autore, World Travel An Irreverent Guide, che arriva 22 anni dopo la pubblicazione di Kitchen Confidential. A raccogliere spunti, riflessioni e racconti di viaggio da 43 diversi Paesi del mondo è stata Laurie Woolever, assistente di Bourdain che ha trascritto sulle pagine, quanto più fedelmente possibile, il piglio e l’animo nomade del cuoco viaggiatore.