Il fenomeno del momento. Piace e divide (il suo dialetto ha spaccato in due l’opinione pubblica, a partire dalla sua Napoli), è – secondo i bookmakers - tra i favoriti del Festival di Sanremo. E viaggia verso un successo trasversale, ad appena ventiquattro anni (li compie il prossimo 23 marzo). Emanuele Palumbo, in arte Geolier, è oggi più che mai sulla cresta dell’onda. Fieramente partenopeo, espressione del quartiere di Secondigliano, rione Gescal: ultimo di cinque figli, la sua è una storia di talento e tenacia.
Ma com’è a tavola Geolier? Qual è la sua geografia del gusto? Nella “top five” dei suoi locali di riferimento, che raccontano una ricercatezza di gusti non comune, c’è senz’altro il ristorante Punto Nave di Pozzuoli, già antico ritrovo dei pescatori flegrei, oggi maiuscola espressione di una cucina di mare che contamina le tradizioni del territorio con eccellenze d’importazione, dalsalmone scozzese affumicato, preparato al tavolo, all'arroz de marisco spagnolo.
Sanremo 2024, i ristoranti preferiti di Geolier
Qui il rapper è di casa, o quasi. “Una persona speciale, di grande compagnia”, raccontano Daniele e Simone Testa, con Serena Iammarino. Con una malcelata predilezione su tutte. «Proprio così, Geolier è un grande appassionato del nostro pesto di cozze, piatto umile ma ricco di gusto, che per noi rappresenta molto più di un semplice piatto: è un legame tangibile con le nostre radici e i preziosi ricordi del nonno mentre pescava e poi lo preparava per noi. Del resto, come dimostra Geolier, che ha tra le sue cifre caratteriali la gentilezza e la comprensione, le cose semplici sono sempre le più buone».
Dal pesce alla carne, spostandosi di qualche chilometro: a Valle di Maddaloni, nel Casertano, la steak house La Baita è un graditissimo buen ritiro culinario per il cantante napoletano. Ad accoglierlo Pasquale Maravita, mastergrill più volte campione nazionale di cottura di bistecca. Che il nome di Geolier se lo è addirittura tatuato addosso. «Più che un cliente, Emanuele è per me un fraterno amico. – dice – Viene a trovarmi una volta a settimana, ama in particolare il wagyu australiano, una delle migliori carni al mondo, che cuociamo sul nostro barbecue a vista. Ma Geolier sperimenta, anche: tra i nostri primi, apprezza in particolare gli gnocchi Baita, con ragù di cinghiale amalgamato con panna, cognac e pesto».
A Milano percorsi di carne
Non solo Napoli, però. Uno dei luoghi più apprezzati da Geolier è senz’altro il Beefbar di Milano, l’esclusivo locale di piazza del Quadrilatero che esalta i migliori di tagli di carne al mondo, con un format elegante e contemporaneo che aveva già conquistato, tra l’altro, Parigi, Londra, Montecarlo e Dubai e che ha contaminato il capoluogo lombardo dallo scorso marzo. Qui, il cantante napoletano è di casa: l’ultima volta domenica scorsa.
«Gli vogliamo bene, c’è un rapporto privilegiato con lui e non riusciamo a dirgli di no anche quando prenota last-minute. – spiega il direttore del locale, Daigoro Ciervo – Una volta abbiamo tenuto aperta la cucina fino a mezzanotte e mezza. Sul menu, lascia fare a noi: si fida ciecamente di noi». Una predilezione per la Wagyu Beef, che arriva dall’australiana Rangers Valley, e poi largo al segmento “Street Beef”, che abbraccia – tra l’altro – la bresaola di manzo di Kobe, tartare & tartine e i crispy rolls, sigari di Angus croccanti con salsa Hoisin.
La pizza “Geolier
E c’è, naturalmente, anche l’universo pizza. Alla tonda Geolier è da sempre molto legato: anche per questo, proprio in occasione di Sanremo, ha battezzato un progetto che si è tradotto una pizzeria “pop up” temporanea (in collaborazione con Deliveroo, Warner Music Italy e Another One). Servizio di consegna a Sanremo, Napoli, Roma e Milano: le pizze si ispirano, neanche a dirlo, alle sue hit e alla sua Napoli. Packaging dedicato, naturalmente: e chissà che i fan più sfegatati non provino a conservare i cartoni.
C’è dunque la “I p’ me, tu p’ te”, che porta il nome della canzone sanremese ed è condita con salsiccia e friarielli (costa 10,50 euro). E ci sono la “Secondigliano”, che ricalca la classica marinara, e la pizza che richiama “Il Coraggio dei bambini”, uno dei suoi album (condita con wurstel e patatine). E ancora: la “23 marzo” è una margherita con pomodorini gialli, a Maradona è invece dedicata la pizza bianca con zucchine. La serata finale incombe: sono gli ultimi giorni per gustarle. A meno che…