Mangiare al ristorante. L'importanza del design
Quanto conta il design al ristorante? Potersi accomodare in uno spazio curato, originale, in grado di raccontare la filosofia del locale prima che i piatti arrivino in tavola è un aspetto fondamentale dell'esperienza gastronomica. E rende più piacevole, confortevole, interessante una cena fuori o un aperitivo con gli amici. Un biglietto da visita che non è più possibile trascurare, e sono in tanti ad averlo compreso. Così si moltiplicano gli studi di architetti e creativi specializzati nel settore (noi gli abbiamo dedicato una rubrica): il riconoscimento per il loro lavoro arriva dal gradimento del pubblico, capace di apprezzare la differenza e sempre più sensibile all'argomento, ma soprattutto dai premi internazionali che ogni anno stilano una classifica delle insegne più creative.
La top ten di Designboom
Come quella firmata da Designboom (celebre sito di architettura, design, tecnologia, arte) che promuove 10 insegne meritevoli di finire in copertina nel 2015, ristoranti e bar, dagli allestimenti industriali che fanno tendenza ai locali polifunzionali che invitano gli ospiti a giocare con lo spazio. Nessun ordine d'arrivo però, ma solo una menzione d'onore per tutti coloro che sono riusciti a guadagnare un posto nella selezione. La buona notizia? La media della insegne presenti sul suolo italiano è altissima: 3 su 10. E a guardar bene il codice di avviamento postale c'è un dato ancor più sorprendente: per visitare i tre indirizzi più accattivanti per interior design non c'è bisogno di spostarsi da Milano. Sicuramente vivacizzato dai mesi di Expo, che hanno letteralmente svegliato la città dal suo torpore, portandola tra le città più ambite a livello internazionale, il nuovo volto di Milano piace anche alla giuria di esperti di Designboom, che premiano ben due spazi di recente apertura: la Pasticceria Marchesi di via Montenapoleone e il Bar Luce.
Milano batte tutti
La prima è il risultato della nuova gestione del celebre brand meneghino da parte della maison Prada, che ne ha rilevato l'80% nel 2014. Ricavata nei locali storici affacciati sullo struscio di via Montenapoleone, la pasticceria (con ristorante) è opera di Roberto Baciocchi, in grado di valorizzare il prestigio della casa fondata nel 1824 reinterpretando gli arredi storici, come il bancone di ciliegio, i tavolini in marmo, i divani in velluto e l'appariscente tappezzeria floreale in seta. Un'atmosfera raffinata d'antan che evidentemente piace anche all'estero.
Ma fa colpo anche l'originalissimo spazio progettato niente meno che dal regista Wes Anderson (sì, quello di Grand Budapest Hotel), ancora una volta per Prada, che si conferma committente di livello. Il Bar Luce è nato qualche mese fa all'interno della nuova Fondazione Prada e si caratterizza per lo stile divertente, colorato, retrò che avvolge un po' tutto, dai vecchi flipper al bancone affollato di barattoli colmi di delizie.
Ma c'è spazio anche per il capannone di Carlo e Camilla in Segheria, un vecchio locale industriale riprogettato da Tanja Falci che da un paio d'anni fa parlare di sé in città (anche per la consulenza in cucina di Carlo Cracco). L'atmosfera industriale, e la mise en place intima e raffinata a contrasto con due lunghe tavolate in legno disposte a croce regala anche all'insegna di via Meda un posto in top ten. Gli altri chi sono? C'è il bar/pinxteria Raval dello studio Partisans a Barcellona, lo yakitori Barby alla periferia di Tokyo, il Raw di Taipei (con suggestive sculture in legno realizzate in computer grafica), l'hamburgeria del Marais (a Parigi) PNY, il ristorante Olga Nur di Belo Orizonte, il Kinfolk bar di Williamsburg (New York), la baita contemporanea del Gipfelrestaurant sulle vette svizzere del Chaserrugg.
E se non ne avete abbastanza scoprite i premiati del concorso Bar, Ristoranti e Hotel d'autore (con la collaborazione del Gambero Rosso), che nell'ultima edizione si è aperto ai progetti degli italiani all'estero.