Acquistavano finto olio extravergine a 3 euro al litro per poi spacciarlo come un prodotto di qualità con il rischio di compromettere la salute dei clienti. L'indagine sull'olio falso, di cui Gambero Rosso già si era occupato nel gennaio scorso, ha colpito una galassia di ristoranti e negozi, di cui la maggior parte situati nella Capitale.
Al centro dell'inchiesta c'è il fatto di aver acquistato e proposto alla clientela olio di semi di provenienza ignota adulterato con clorofilla e beta-carotene per modificarne aspetto e sapore al fine di poterlo spacciare come olio extravergine di oliva. Oggi, in esclusiva, Gambero Rosso è in grado di svelare i nomi di questi locali e dei protagonisti al centro dell'inchiesta, l'elenco è agli atti dell'inchiesta, al centro di ulteriori verifiche, contenuto in una informativa dei Nas.
La tipologia di ristoranti che ha acquistato e servito olio contraffatto
Nell'elenco che abbiamo potuto visionare, e sul quale sono in corso ulteriori verifiche, c'è di tutto, dalla gastronomia in provincia di Pavia che vende "olio extravergine d'oliva, vino del Salento e dell'Oltrepò Pavese, formaggi di cascina e salumi nostrani" ai tanti ristoranti nel centro della Capitale che hanno palesemente una vocazione da acchiappaturisti e che la qualità non l'hanno mai conosciuta.
Di certo c'è che la grande maggioranza dei ristoranti coinvolti si trova nella Capitale, in aree turistiche che spaziano tra il centro e zone limitrofe come Trastevere ed Esquilino. Zone frequentate abitualmente da una tipologia di clientela che rientra nella categoria del turista mordi e fuggi, ma che non per questo dovrebbe essere ingannato con cibi di qualità infima come spesso succede.
Ristoranti che vendevano olio falso, l'epicentro è a Roma
Inoltre la presenza nella lista di alcuni locali praticamente adiacenti l'uno con l'altro fa pensare a una sorta di passaparola tra ristoratori interessati all'acquisto di extravergine contraffatto. Come, per esempio nel caso del ristorante Ghiottone sul lungomare della Salute a Fiumicino, oppure Da Nazzareno situato in via Magenta a Roma, o ancora i ristoranti I Fratellini e La Scaletta degli Artisti a Roma, sostanzialmente adiacenti e facenti parte della stessa proprietà.
D'altronde il prezzo proposto era talmente basso che chiunque si sarebbe posto il dubbio sulla qualità della merce proposta. Proprio su quest'ultimo aspetto si è concentrata anche la Procura che è convinta che i ristoratori conoscessero l'origine del prodotto, per questo a molti di loro è stato contestato il reato di ricettazione. Una frode che è riuscita ad arrivare anche dentro i palazzi dello Stato dato che a rientrare nell'elenco degli indagati c'e anche il bar-tavola calda situato all'interno del Ministero dell'Istruzione e del Merito.
La base operativa in Puglia e i protagonisti già noti per questo tipo di frodi
Dell'asse Roma-Puglia già avevamo parlato mesi fa quando circolarono le prime informazioni sull'indagine. Un'inchiesta ha messo in risalto un sistema criminoso di cui c'era già stato qualche esempio nel 2021 quando la Procura e i Nas avevano scoperto una truffa simile. Alcuni nomi di quest'ultima inchiesta però non risultano proprio sconosciuti agli inquirenti. Riemergono, infatti, personaggi come Savino Merra (oggi indagato per la sofisticazione, produzione e confezionamento di ingenti quantitativi di olio sofisticato) che già era stato mandato agli arresti domiciliari nel 2019 per quanto riguarda l'inchiesta "Oro Giallo" che era occupata proprio di questo tipo di frode già 5 anni fa. A lui si aggiunge Nicola Sinerchia, rappresentante legale dell'oleificio Si.Ol a Cerignola (FG) dove veniva prodotto l'olio di semi poi sofisticato, anche lui all'epoca indicato dall’accusa come il capo dell’associazione per delinquere attraverso il suo oleificio.
L'olio contraffatto e i rischi per la salute
Dalle analisi effettuate dagli inquirenti il prodotto incriminato sarebbe sostanzialmente olio di semi di origine ignota al quale viene aggiunta clorofilla, per creare un colore verde che imiti perfettamente quello dell'olio extravergine di qualità, e beta carotene per modificarne il gusto e farlo assomigliare al prodotto originale. Un mix che avrebbe potuto causare danni alla salute se assunto in dosi eccessive, in quanto il beta carotene può portare a disturbi come l’alterazione del colore della pelle, un’incidenza maggiore di cancro al polmone nei fumatori e deve essere evitato nelle donne in gravidanza o nel periodo dell'allattamento. A questo si aggiunge il fatto che gli oli di semi utilizzati per la sofisticazione fossero di provenienza ignota, con il conseguente rischio di possibili reazioni allergiche nei soggetti predisposti.
I locali sotto indagine, ecco l'elenco nell'informativa dei nas:
ristorante Il Ghiottone - lungomare della Salute 51/a, Fiumicino (RM)
ristorante Ristorantino Da Giorgio - vai della Torre Clementina 200, Fiumicino (RM)
ristorante Pizzeria Grande Secolo - via Cavour 128/130, Roma
ristorante Pizzami a Roma - via Casilina 1214, Roma
ristorante Aquila Nera - via Principe Amedeo 51, Roma
ristorante Pizza Boom - viale di Trastevere 273, Roma
ristorante Al Viminale - piazza del Viminale 3-4, Roma
ristorante Borgo Nuovo - Borgo Pio 104, Roma
ristorante Ristobar - piazza del Risorgimento 63, Roma
ristorante Bandana Republic - via Alessandria 44, Roma
ristorante Osteria Del Gusto - via Rasella 52, Roma
ristorante Da Nazzareno - via Magenta 35/37, Roma
ristorante Papa Re - via della Lungaretta 149, Roma
ristorante La Panetteria - via della Panetteria 13a/14, Roma
ristorante Gioberti50 - via Gioberti 50, Roma
pizzeria La Perugina - via dei Durantini 267, Roma
ristorante Il Barone - via in Arcione 95, Roma
ristorante Zio Carlo - via in Arcione 85, Roma
ristorante Da Marco - corso Vittorio Emanuele II 333, Roma
ristorante Hostaria I Fratellini - via Tor Millina 17, Roma
ristorante La Scaletta degli Artisti -via di Santa Maria dell'Anima 56, Roma
bar-tavola calda all'interno del Ministero dell'Istruzione e del Merito
negozio TuttoSurgelati - via Monte Massico 100, Roma
negozio Forno da Milvio - via dei Serpenti 7, Roma
negozio Tuttomarket - via Scarpanto 5, Roma
negozio Delizie di Parma - via Don Pasquale Rovati 43, Vidigulfo (PV)
Rango Carni (commercio all'ingrosso di carne) - via Roma 31, Lariano (RM)
La replica di M&D Food Srl
"L’olio in questione - scrive al Gambero l'avvocato Antonio Di Monte - è stato acquistato poco dopo la fine dell’emergenza da Covid 19, allorquando i prezzi delle merci erano notoriamente diminuiti. La società venditrice risultava regolarmente iscritta alla Camera di Commercio (rimetto il relative file) e nulla lasciava presagire la truffa alimentare di cui i miei clienti sono solo parti lese. In effetti, anche il Ministero dell’Istruzione e del Merito ne è rimasto vittima, avendo acquistato il medesimo olio. Ad ogni buon conto, il mio cliente Sig. Antonio Ruffo, dopo avere aperto l’olio ed essendosi reso conto del sapore “particolare” un po' pungente, sebbene di ottimo colore verde vivo, decise spontaneamente di non utilizzarlo. A quel punto, l’agente di commercio che procurò la vendita dell’olio, non rispose più al telefono così che il mio cliente intuì che si poteva trattare di una truffa. Ciò fino a quando i miei patrocinati furono notiziati dai carabinieri che si trattava di falso olio d’oliva (pare fosse olio di girasole modificato per il sapore e la colorazione) e che erano stati vittima di una raggiro".